n. 50 (2019)

2019-05-13

WORLD WIDE WEB MUSEUM.
Il museo tra rammemorazione e razionalizzazione del reale.

L’obiettivo della presente call for papers è un’esplorazione della ricchezza di significati culturali, storici e urbani, espressi dall’architettura dei musei dell’età contemporanea. Da sempre i musei sono espressione di un particolare momento storico e sono, tra le manifestazioni dell’età moderna e contemporanea, gli edifici che forse maggiormente hanno alimentato la ricerca teorica e compositiva dell’architettura.
Per visualizzare rapidamente questa attitudine esplorativa dei musei contemporanei è sufficiente ricordare gli esempi più o meno recenti del Guggenheim Museum di Bilbao, del Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, il Nanjing Museum of Art & Architecture, progettato da Steven Holl, oppure il 21st Century Museum of Contemporary Art di Kanazawa, disegato da SANAA. Ovviamente non possiamo non ricordare il caso emblematico dei musei del Vitra Campus di Basilea, eppoi le profonde stravaganze della Neue Staatsgalerie di Stoccarda, opera di James Stirling of Michael Wilford, e più ancora il surreale Bonnefantenmuseum di Maastricht di Aldo Rossi.
Il museo inteso come deposito di memorie da custodire e tramandare, e a partire dalle quali fondare un nuovo mondo, ha felicemente nutrito nel corso del tempo il significato intrinseco dell’architettura. Per mezzo dei musei l’architettura è riuscita ad esprimere straordinarie potenzialità formali, costruttive ed espressive. Sappiamo altresì che i musei sono intimamente legati ai cambiamenti delle condizioni politiche di un paese, agli sviluppi storici, ai cambiamenti sociali e culturali di una società. A questo proposito è opportuno ricordare che il museo, come architettura in sé, sorge nel momento in cui Hegel, nelle Lezioni sulla filosofia della storia redatte tra il 1821 e il 1824, dichiara il compimento del percorso storico dello spirito europeo.
Nelle Lezioni Hegel pone in evidenza un fatto semplice e decisivo per la nostra esperienza storica. Noi ci accorgiamo delle cose, dice Hegel, quando esse giungono al tramonto. Quando cioè le cose giungono al compimento. A quel punto possiamo soltanto rammemorare (Erinnerung) ciò che è stato. Che cosa, dunque, giunge a compimento? Il processo storico di razionalizzazione e organizzazione del reale guidato dall’universalità della ragione cum scientia. Ed è noto come dall’evidente potenziamento dell’istanza razionale si affacci il progressivo depotenziamento della ricchezza delle forme di vita – culturali, spirituali e metafisiche – su cui la storia e la realtà da lungo tempo s’assestavano vicendevolmente. È altrettanto noto a tutti come tale depotenziamento oggi si esprima a tutti i livelli del sentire comune, everywhere, soprattutto attraverso la rete globale digitale.
In qualche modo – forzando la prospettiva hegeliana – il museo rappresenterebbe il luogo dal quale lo spirito razionale e astraente della cultura europea, giunto al suo apice, può, in fine, contemplare pacificamente le immagini del suo passato, ormai organizzate crono-logicamente.
Da questo luogo, e da questo momento in poi, la razionalità della storia, intrinseca all’agire dello spirito europeo, può, senza alcun rimpianto per ciò che è stato, volgere lo sguardo al passato e rammemorare il proprio percorso e le sue forme ormai giunte al compimento. Ma soprattutto può finalmente e consapevolmente proseguire il suo cammino nella direzione del potenziamento della razionalizzazione delle differenze presenti nella realtà e nell’esistenza umana in tutti i suoi aspetti.
Tuttavia, nonostante la forza unidirezionale dell’istanza di razionalizzazione presente nella rete globale digitale, nel sentire comune – come ha mostrato tra gli altri Karl Jaspers in Origine e senso della storia – sembra che la memoria sopravvivi attraverso risonanze emotive ed affettive, anche rispetto a un passato che, pur rievocato come alienante, e per quanto riepilogato, schematizzato e riorganizzato attraverso il sapere concettuale, continua a riemergere sporadicamente ancor ‘oggi come agente premonitore d’inquietudini rivelative.
Tornando ai musei bisogna dire che negli ultimi anni sono passati dall’essere un importante fenomeno nazionale, regionale oppure locale, ad essere un vero e proprio fenomeno globale, in cui, come ha mostrato Jean-Loup Amselle, convergono e s’intrecciano iniziative intergovernative, istituzionali ed economiche, a scala mondiale. A questo proposito è opportuno ricordare il Louvre Abu Dhabi – Museo d'arte e civiltà di Abu Dhabi – negli Emirati Arabi Uniti inaugurato nel 2017 opera di Jean Nouvel e il più ambiguo Zeitz MOCAA – Zeitz Museum of Contemporary Art Africa – progettato da Heatherwick Studio a Cape Town, inaugurato nel 2018.
Ma il fatto ancora più importante è che nel frattempo, poniamo negli ultimi 25 anni, il luogo privilegiato in cui accumulare memorie, mitigare le differenze, organizzare cose e informazioni, si è spostato nello spazio virtuale del world wide web., uno spazio virtuale potenzialmente illimitato. Una dislocazione d’immagini, concetti e informazioni, contraddistinta da percezioni e da prerogative incomparabili con l’esperienza tradizionale, tuttavia incontrovertibile e altrettanto irrinunciabile.
A questo punto bisogna chiedersi in che termini i musei possono ancora svolgere quel ruolo di deposito di significati e soprattutto di ricerca sulle forme dell’architettura, al di là delle istanze dettate dal mondo consumistico del marketing di massa, che condiziona profondamente l’esistenza stessa dei musei.
Ora se consideriamo l’Altes Museum di Berlino, realizzato tra il 1821 e il 1828, come momento cruciale del sorgere dell’idea del museo contemporaneo come composizione e reinvenzione di pezzi e parti dell’architettura della storia, possiamo porci la seguente domanda: in che misura la composizione delle forme di un museo dell’epoca del world wide web potrebbe farsi avanti per esplorare, attraverso le componenti tecniche, formali, spaziali e tipologiche, spazi dotati di un forte carattere immaginifico finalizzate alla costruzione di veri e propri teatri della città e del mondo globale? Inoltre: in che misura l’architettura dei musei mette in scena e riflette la contrapposizione critica tra razionalizzazione e rammemorazione, insita nella storia e nella ragion d’essere stessa dell’edificio museale?
Questa call for papers propone un’interrogazione sul significato degli edifici museali in rapporto a questo nuovo scenario storico e culturale.
Sopra si è sinteticamente accennato, a proposito della lezione hegeliana, alla tensione tra sguardo all’indietro, rammemorante le forme storiche, e moderna e astratta razionalizzazione delle forme del reale. Ora la tensione tra razionalizzazione e rammemorazione delle forme geo-culturali presenti nell’universo globalizzato domina, probabilmente, l’intera sfera dei fenomeni legati alla concezione dei musei e più in generale l’intera sfera dei fenomeni urbani. Di conseguenza ci si può anche interrogare sul ruolo che questa tensione tematica svolge nella concezione della forma architettonica e della composizione degli spazi dei musei contemporanei.
Saranno particolarmente apprezzati gli interventi volti ad analizzare la tensione tra razionalizzazione e rammemorazione delle forme storiche dell’architettura e della città attraverso tematiche compositive e concettuali corredate da materiali iconografici quali piante, sezioni, prospetti e altri materiali esemplificativi dei singoli esempi.

Testo del curatore Ildebrando Clemente


PARTECIPAZIONE
La partecipazione alla call è aperta a studiosi di architettura (dottorandi, ricercatori, professori e architetti) nazionali ed internazionali.

I papers giunti in redazione saranno sottoposti alla procedura di double-blind peer review.
I giudizi della peer review saranno comunicati via mail all’autore dell’articolo.
Per ulteriori indicazioni riguardo le procedure di selezione vedere la sezione Editorial policies

Il paper conforme alle indicazioni della rivista va caricato direttamente sulla piattaforma.
Per ulteriori indicazioni riguardo l’invio della proposta vedere la sezione Proposte

È possibile partecipare alla call con due tipologie di saggi:
a) saggi brevi compresi tra le 12.000 e le 14.000 battute (spazi inclusi), che verranno sottoposti direttamente alla procedura di double blind peer review;
b) saggi lunghi maggiori di 20.000 battute (spazi inclusi) la cui procedura di revisione si articola in due fasi. La prima fase prevede l'invio di un abstract di 5.000 battute (spazi inclusi) di cui la Direzione valuterà la pertinenza rispetto al tema della call. Successivamente, gli autori degli abstract selezionati invieranno il full paper che verrà sottoposto alla procedura di double blind peer review.

SCADENZE
Per la tipologia a) saggi brevi:
L’upload del paper va effettuato entro e non oltre il 15 giugno 2019.
L’esito delle peer review viene comunicato all’autore entro il 30 luglio 2019

Per la tipologia b) saggi lunghi:
PRIMA FASE: L’upload dell’abstract va effettuato entro e non oltre il 15 giugno 2019.
L’esito della selezione viene comunicato all’autore entro il 30 giugno 2019
SECONDA FASE: Se accettato l’autore dovrà provvedere al caricamento del full paper (maggiore di 20.000 battute) entro il 15 settembre 2018
L’esito delle peer review viene comunicato all’autore entro il 30 ottobre 2019
L’upload del paper finale eventualmente modificato secondo le richieste del revisore va effettuato entro e non oltre il 15 novembre 2019

PUBBLICAZIONE ARTICOLI
Il curatore del numero, di concerto con la direzione, effettuerà la selezione degli articoli tra quelli che hanno superato positivamente la peer review seguendo criteri di pertinenza rispetto al tema, organicità del numero e dimensione del fascicolo per un massimo di 12 articoli.
La pubblicazione avverrà nel n. 50, ott-dic 2019.
La direzione, in presenza di contributi meritevoli in sovrannumero, compatibilmente con la programmazione editoriale in atto, si riserva la possibilità di pubblicarli in altri numeri. L’autore verrà comunque avvisato.

CALL FOR PANELS
In occasione del progetto FA2020 – Festival dell’Architettura 2020, di cui la rivista FAMagazine è media partner nella disseminazione, la call for papers 50/2019 “World Wide Web Museum. Il museo tra rammemorazione e razionalizzazione del reale” diviene anche call for panels. Successivamente alla call for papers, infatti, verrà veicolato l’invito agli studiosi a presentare un pannello riassuntivo che, se selezionato, verrà esposto nella mostra organizzata all’interno del Festival dell’Architettura 2020 “L’architettura del Museo, Teatro, Biblioteca, nella cultura delle città” in occasione di Parma Capitale italiana della cultura 2020.

TIMETABLE RIASSUNTIVA
entro il 15 giugno 2019 invio dei papers saggi tipologia a);
entro il 15 giugno 2019 invio degli abstract saggi tipologia b):
entro il 30 giugno 2019 comunicazione esito selezione saggi tipologia b);
entro il 30 luglio 2019 comunicazione esito peer review saggi tipologia a);
entro il 15 settembre 2019 invio full papers saggi tipologia b);
entro il 30 ottobre 2019 comunicazione esito peer review saggi tipologia b);
entro il 15 novembre 2019 invio papers tipologia b) eventualmente modificati

Info: redazione@famagazine.it   

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