Negli
ultimi tempi il tema degli spazi architettonici per la salute ha
ricevuto una particolare attenzione. La stretta connessione tra la
progettazione di una struttura sanitaria decentrata e il tessuto
sociale in cui si inserisce sollecita molteplici riflessioni.
Così come l’influenza dinamica degli elementi in
evoluzione nell’innescare la riorganizzazione della logica
progettuale e nel generare nuovi approcci all’interno della
stessa, porta ad individuare meccanismi che inducono il cambiamento e
promuovono interpretazioni più dinamiche e aderenti alla
risoluzione dei problemi, in grado di anticiparne i bisogni e le
direzioni evolutive (Henry, Winkelman. 1972). La costruzione di
strutture sanitarie per l’assistenza di base è entrata in
una nuova fase caratterizzata dal rapido aumento
dell’urbanizzazione e dal miglioramento della tecnologia medica
globale (Li & Yang 2021). Lo sviluppo del modello medico e
l’espansione della tecnologia medica hanno comportato una
maggiore necessità di sviluppo anche in termini di
pianificazione e di progettazione architettonica.
L’invecchiamento della popolazione e la crescente quantità
e varietà di malattie stanno generando nuove esigenze di
assistenza a cui devono corrispondere adeguati ambienti architettonici
(Li & Yang 2021). Con non poca difficoltà la progettazione
architettonica, tradizionalmente legata alla sola tipologia
ospedaliera, riesce a soddisfare le esigenze di uno sviluppo sanitario
e sociale che per propria natura risente delle variabili dei diversi
contesti locali.
In questo articolo proveremo a realizzare una prima panoramica di
studio sulla progettazione architettonica di tali spazi nel mondo in
anni recenti, attraverso una prospettiva analitica in grado di
sottolineare gli aspetti positivi riguardanti anche il significato
comunitario dell’architettura sanitaria, quello che va oltre il
solo servizio medico curativo.
Una cosa su cui riflettere è quanto bene l’edificio
adempie al suo ruolo di servizio pubblico nell’ambiente
circostante. Questo problema può essere esaminato da tre
prospettive: in primo luogo, come l’architettura si rapporta
morfologicamente a quella delle strutture circostanti e in generale ai
caratteri del luogo; in secondo luogo, quanto si è consapevoli
delle potenzialità dell’ambiente a cui si riferisce il
progetto; e in terzo luogo, quanto il progetto sia adatto e flessibile
ai requisiti e ai vincoli della condizione in cui opera.
Il primo caso selezionato riguarda il Family Health Center, Virginia,
USA (MASS Design Group, 2021), un esempio di sicuro interesse nel campo
dell’edilizia sanitaria. Il progetto prende a riferimento le
caratteristiche tipo-morfologiche delle tipiche case unifamiliari della
cultura insediativa americana pur aumentandone le dimensioni. Ad
esempio all’interno, lo spazio di accoglienza mostra il comfort
domestico di un grande soggiorno a doppia altezza.
Il rassicurante aspetto esterno riflette l’archetipo della casa
con tetto spiovente. Particolare attenzione è stata posta alla
zona reception centrale come snodo planimetrico tra le due parti
dell’edificio.
Il tetto a due falde del Family Health Center della Virginia è
replicato su ogni sua parte così da essere in continuità
con il paesaggio del quartiere di East McKinney, Texas, incrementandone
l’immagine tipizzata del villaggio. Nonostante la concezione
tradizionale, per consentirne la futura espansione, l’impianto
dell’edificio è comunque predisposto per svilupparsi sul
lato ovest del sito (Di Nardo 2021).
Questo progetto è un investimento oneroso per la
comunità. Anche per questo, volendo contenere le dimensioni
della struttura, il team del progetto ha preso spunti architettonici
dal contesto, comprese le case in stile texano Dogtrot che presentano
più edifici collegati da un corridoio e da un tetto comuni. Il
risultato ottenuto è quello di una struttura a due piani
articolata in due corpi, con i servizi clinici in uno e i servizi
comunitari e per il personale nell’altro.
Il team del progetto ha cambiato il modo in cui i pazienti sperimentano
l’assistenza sanitaria reinventando le aree di attesa come
“esperienze diverse di una casa”. L’architettura
della clinica enfatizza fortemente l’uso della luce naturale e
delle finestre che offrono viste sul paesaggio esterno e sulle aree
naturali per far sentire a casa i pazienti e le loro famiglie. Nel
tentativo di ridurre l’ansia del paziente, il numero delle aree
di accoglienza e di attesa è progettato per assomigliare ad un
ambiente domestico dove includere aree di ristorazione, nonché
per lavorare e giocare.
I Centri sanitari municipali San Blas + Usera + Villaverde, Madrid,
(Estudio Entresitio, 2010), figurano sicuramente tra gli esempi
più interessanti in termini di adattabilità e
compatibilità con il tessuto urbano costruito pur attraverso
l’uso di un linguaggio moderno e di una particolare tipologia a
struttura cellulare. Una trilogia di versioni tipologiche che,
nonostante condividano lo stesso sistema di configurazione formale,
sono percepite come differenti. Il Centro Sanitario denominata
“3*1” è un edificio basato su principi di evidente
autonomia della forma spaziale, con planimetria analoga a quella degli
altri casi ma realizzato con materiali diversi e in cui la luce
proviene prevalentemente dall’alto. Infatti, ciascuno dei tre
Centri si sviluppa su un unico piano con un mix di spazi aperti al
pubblico ed operativi illuminati attraverso la disposizione modulare di
diversi piccoli patii. Per ulteriori aspetti si rimanda
all’intervento descrittivo dello Estudio Entresitio presente in
questo numero di FAM.
Un altro esempio di tipologia legata a fattori ambientali è
quello di un’architettura che ricava elementi caratterizzanti
dalla cultura delle popolazioni autoctone nelle aree native. Uno di
questi edifici rappresenta l’esito del progetto del Pams
(Puntakuru Aboriginal Medical Service’s) Healthcare Hub, a
Newman, Australia (Kaunitz Yeung Architecture, 2020), in una regione
dove prevale la presenza della popolazione aborigena. Sebbene questo
edificio sia stato realizzato in anni recenti, invece di un design
derivato da caratteri e modelli di tipo occidentale, i progettisti
hanno tentato di creare un’architettura aderente alla
realtà indigena utilizzando riferimenti formali, simboli e
materiali da costruzione della cultura locale. L’obiettivo dei
progettisti è anche quello di una costruzione la cui
realizzazione sia economica ma esteticamente valida e distante dai
riferimenti di un’architettura standardizzata seppur di alta
qualità. Per ulteriori aspetti si rimanda all’intervento
descrittivo dello studio Kaunitz Yeung Architecture presente in questo
numero di FAM.
Il Rugerero Health Center, Rubavu, Ruanda (Activesocialarchitecture,
2017) è un altro esempio di nucleo sanitario decentrato
concepito per la popolazione locale. L’intervento,
nell’ambiente africano, si distingue per come trae elementi dalle
variazioni presenti nella cultura e nella tipologia degli insediamenti
locali. La struttura raccoglie alcune attività ospedaliere di
base, così definendo un importante centro di riferimento
comunitario. Assume la forma tipica dello spazio pubblico
all’interno di un villaggio, con elementi distinti progettati per
promuovere l’urbanità attraverso la progettazione di uno
spazio aperto aggregante. Per ulteriori aspetti si rimanda
all’intervento descrittivo dello studio ASA Active Social
Architecture presente in questo numero di FAM.
Sempre in Africa, un altro progetto di sicuro interesse riguarda una
clinica chirurgica e un centro sanitario a Léo, nel Burkina
Faso, firmato da Francis Kéré (2017). Questo architetto,
nato in Africa occidentale con formazione universitaria in Europa,
sembra voler esprimere ottimismo anche nelle più difficili
condizioni abitative e sociali, a dimostrazione del fatto che la
realizzazione di un’architettura democratica e di valore
universale sia possibile (Baratto 2022).
Il progetto crea un’atmosfera inclusiva delle istituzioni
sanitarie utilizzando dieci unità modulari per spazi dinamici e
accoglienti, riducendo i costi e accelerando la costruzione. La clinica
ha un layout modulare semplice ma efficiente che ne consente la
crescita. L’edificio si sviluppa attorno ad un corridoio centrale
esterno che riprende la tipologia della strada attraversante il centro
abitato.
Le unità sono dotate di ampie coperture sovrapposte ai volumi
costruiti per un’efficiente raccolta dell’acqua piovana,
così garantendo uno dei presupposti fondamentali a salute e
benessere in una regione con soli tre mesi di pioggia all’anno
(Kéré 2014).
Nel Centro di assistenza sanitaria primaria UBS Parque do Riacho, a
Brasilia, (Saboia+Ruiz Arquitetos, 2021), inserito nell’ampio
contesto di quella città capitale di cui interpreta il
linguaggio modernista, il progetto si sviluppa a partire da un impianto
dalla logica introversa formato dalla ripetizione di corti collegate da
un percorso coperto, a ognuna delle quali è affidata una
funzione specifica. Le corti determinano spazi protetti rispetto ai
forti venti della regione garantendo inoltre ombra e isolamento
dall’esterno. In questa soluzione è stata data grande
importanza al tema delle sale d’attesa, nonostante sia stata
progettata prima della pandemia Covid-19, poiché il collegamento
dei cortili con le sale d’attesa garantisce un’areazione
ottimale.
Il complesso presenta un’indubbia qualità architettonica
ed estetica attraverso spazi caratterizzati da trasparenze ed effetti
diaframmatici tra interno ed esterno, con giochi di ombre provocati
dalle particolari schermature al sole di facciata. Si tratta infatti di
una facciata a doppio strato così da creare uno spazio
intermedio utilizzato come corridoio per il collegamento tra gli studi
medici e gli altri spazi di servizio (Moreira, 2021).
Un altro caso interessante sotto diversi aspetti riguarda il N1 Health
Center, ad Escárgega, Messico (Kiltro Polaris Arquitectura + JC
Arquitectura, 2022). È stato progettato su un unico livello
tenendo conto del clima e della cultura abitativa locale, che hanno
determinato l’adozione di aree di attesa esterne protette dagli
aggetti delle coperture capaci di restituire consistenti zone
d’ombra. Il disegno dell’impianto è a pettine, con
patii aperti alternati a corpi chiusi. Anche se i percorsi di
distribuzione sono esterni, sono protetti dal sole grazie agli sporti
delle coperture in cemento. La razionalità della struttura
tipologica si combina con un linguaggio dell’essenzialità
costruttiva che interpreta efficacemente la funzione pubblica della
struttura.
L’architettura sanitaria del Centro de Salud N1 rivela una certa
declinazione brutalista in termini di linguaggio, utilizzando materiali
moderni come il c.a. ed elementi strutturali disegnati.
L’intervento garantisce che l’area di 798 mq sia adattabile
alle diverse esigenze delle città medie messicane contemporanee
(Maju 2022). La chiarezza logica e la semplicità del Centro de
Salud N1 sono evidenti nel modo in cui gli architetti descrivono il
progetto: “È una clinica aperta alla città e,
attraverso una serie di versatili rientranze e cortili centrali, offre
l’accesso ai servizi sanitari di base” (Kiltro Polaris
Architettura + JC Architettura).
Nel contesto dell’Estremo Oriente troviamo la Asahicho Clinic, a
Chiba, Giappone (hkl studio, 2015). Un indiscutibile esempio di
qualità estetica, tipologica e funzionale che si integra
sottilmente tra gli edifici residenziali adattandosi all’alta
densità del tessuto morfologico tipica di molti contesti urbani
giapponesi.
Questo centro medico è progettato per fondersi con le residenze
circostanti alla periferia della città utilizzando una
conformazione plastica basata sulla sagoma di una casa replicata
linearmente. Quasi a dissimulare le dimensioni e la funzione
dell’edificio, l’architetto di Tokyo ha creato una sequenza
di archi acuti di altezza variabile che ricordano il timpano di una
casa. Questa tecnica è stata utilizzata frequentemente per gli
edifici sanitari (Mairs 2015). Gli ambulatori per le analisi sono
posizionate sul retro dell’edificio, nel braccio parallelo alla
strada per consentire una maggiore privacy, mentre uno spazio di
accoglienza a doppia altezza occupa l’ala dell’edificio
perpendicolare alla strada.
Il passaggio dall’ingresso d’accoglienza allo spazio di
attesa si sviluppa a doppia altezza e riduce la sensazione di pressione
del denso ambiente circostante.
Un altro interessante progetto riguarda il Gibraleón Health
Center, a Gibraleón, Spagna (Javier Terrados Estudio de
Arquitectura, 2020), realizzato per fornire un ambiente tranquillo e
protetto nella zona periferica di questa cittadina andalusa,
incorporando valori plastici di un’architettura urbana di tono
mediterraneo. Il progetto è stato influenzato dalla forma ad
“L” del lotto e dall’annesso anfiteatro
all’aperto di forte significato collettivo, considerando
l’ubicazione al limite meridionale del centro cittadino. Il
percorso di avvicinamento viene definito attraverso un leggero
arretramento di facciata sul lato occidentale dell’edificio
costituente un portico protettivo.
I cittadini sono stati coinvolti indirettamente attraverso un
dipartimento del Ministero della Salute del governo regionale, che ha
raccolto le questioni relative alle prestazioni, alle richieste e ai
reclami dei centri sanitari esistenti e dei loro utenti. Il programma
funzionale è stato elaborato dai dipendenti pubblici che
lavorano presso il Ministero della Sanità, considerando il
profilo demografico della zona e le specialità mediche.
Il processo di progettazione si è concentrato su un layout di
base con un chiaro schema di circolazione, un progressivo gradiente di
privacy e flessibilità nell’uso degli spazi degli
ambulatori e degli uffici. Il centro è stato costruito
utilizzando un involucro standard in mattoni intonacati con struttura
in cemento/doppio strato a causa di vincoli di budget (Javier Terrados
Estudio 2023).
Il Nye Vardheim Healthcare Center, a Randaberg, Norvegia (NORD
Architects + 3RW Architects, 2014-2020) si ispira al carattere urbano
del vecchio tipo di borgo norvegese chiamato Grend, combinando vari
programmi e funzioni sanitarie che, attraverso cortili verdi per un
accogliente percorso pedonale, vengono collocate in un piccolo gruppo
di case capace di restituire il senso di una micro comunità.
Il centro offre una vasta gamma di funzioni, tra cui residenze per
anziani, visite mediche e attività terapeutiche, ed è
realizzato attraverso una pluralità di edifici con una solida
consistenza costruttiva attraverso la pietra naturale. Il complesso
prevede l’aggregazione tra le parti costruite attraverso cortili,
giardini ricreativi e serre, così creando un’atmosfera
denotata dal verde ed accogliente (NORD Architects).
Le future istituzioni si ispireranno a questo concetto di borgo che
unisce le dotazioni terapeutiche di un grande complesso riproducendo il
senso di benessere di una casa (Aasarchitecture 2017). Un intervento
divenuto un punto di riferimento per la municipalità e un nuovo
modo di sviluppare e ripensare le istituzioni sanitarie nella moderna
società del benessere (Nye Vardheim di NORD Architects 2014).
Il progetto al momento non realizzato dell’Urban Community, a
Salonicco, Grecia (Fiore Architects, 2019), è un esempio di
integrazione tra diverse funzioni nel contesto urbano capaci di creare
un centro di quartiere.
L’obiettivo delle autorità comunali era quello di
ricostruire un’area urbana per creare un sistema di edifici
funzionale ed esteticamente gradevole, aggregato attraverso lo spazio
longitudinale della strada pedonale, che soddisfacesse le esigenze dei
residenti e creasse uno spazio verde pubblico. Il complesso edilizio
voleva essere un modello per l’organizzazione delle funzioni
pubbliche, compresa quella sanitaria, in dialogo aperto con la
città a cui sono destinate.
Il progetto mirava a creare un punto di riferimento urbano, un
intervento pubblico memore del passato storico del quartiere di Toumba
e al tempo stesso del suo volto moderno, di vivace area della
città. Il concetto di centro urbano è interpretato
attraverso l’aggregazione di edifici di servizio, progettati per
funzionare insieme e in modo indipendente, contribuendo a facilitare
l’accessibilità dei residenti, in particolare dei
più vulnerabili compresi i disabili. Il progetto inoltre mirava
a riqualificare il paesaggio urbano e contribuire al verde urbano,
invitando i visitatori e la comunità locale a interagire e a
lavorare insieme (Fiore Architects, 2023).
Conclusioni
In conclusione, tra gli esempi che abbiamo brevemente analizzato,
alcuni utilizzano la metafora della casa come matrice semantica del
progetto, tra cui ricordiamo il Virgina Health center, il Randaberg e
l’Asahicho Health center. Altri hanno sviluppato il loro ruolo
alla scala micro urbana, integrando diverse funzioni e provando a
creare un centro di quartiere per i residenti di zona, come
nell’Urban Randaberg center, a Salonicco o nel centro sanitario
del Burkina Faso. Ulteriori progetti hanno fondamentalmente lavorato
sull’architettura di un unico edificio, seppur attraverso
tipologie articolate, basata su una definizione innovativa e
all’avanguardia di casa della salute con valenza comunitaria come
nei casi di Madrid ma anche di Gibraleón in Spagna e di
Brasilia, oppure sulla corretta interpretazione della cultura e del
clima di una regione, in diversi modi come nei casi del centro
sanitario messicano N1, della clinica Pams a Newton o del Rugerero
Health Center in Ruanda.
Tutti questi esempi ci confermano però che la ricerca
progettuale internazionale su questo tema è al centro
dell’attenzione e rimane in divenire. Non sorprende che gli
architetti sudafricani stiano utilizzando l’intelligenza
artificiale nei loro progetti, nel tentativo, forse solo apparentemente
paradossale, di decolonizzare il patrimonio architettonico del paese
per incorporare la cultura e le tradizioni indigene (Dirk et altri
2023).
In quanto presidi intermedi tra la casa e l’ospedale, i centri
sanitari comunitari sono essenziali nella catena dell’assistenza.
In futuro, si prevede che la loro importanza nei sistemi sanitari in
deciso cambiamento non potrà che aumentare. Ciò determina
una serie di nuovi problemi e domande per gli architetti chiamati a
progettare queste strutture sanitarie oltre a quelle ospedaliere. Una
prospettiva che motiva le scelte sperimentali fatte oggi in grado di
prefigurare le aspettative sanitarie ed assistenziali della
società dei prossimi vent’anni.
Bibliografia
HENRY T., WINKELMAN Jr. (1972) – An analysis of the evolution of determinants and strategies of hospital design. Thesis of Master, Rice university. [Online] available in: < https://repository.rice.edu/server/api/core/bitstreams/6e294653-19de-4700-ae6c-75b693f8968b/content > [Last access 12 January2024]