Un complesso urbano per servizi di welfare a Salonicco 

Florian Giannis Liakos, Irene Helen Marcantonatou, Alexis Visvinis (FIORE architects)



Come si è arrivati alla scelta dell’area di progetto?
L’area del progetto è stata individuata dal Comune di Salonicco in quanto l’immobile è di proprietà comunale e attualmente ospita un piccolo edificio del XIX secolo. Negli ultimi anni, le Autorità locali hanno programmato la ricostruzione del sito, al fine di creare un complesso edilizio che soddisfacesse, funzionalmente ed esteticamente, le esigenze dei residenti e allo stesso tempo producesse uno “Spazio Verde Pubblico”.

Quali altre strutture di servizio nel contesto urbano sono state prese in considerazione?
L’obiettivo principale nella progettazione di questa proposta era che il complesso edilizio adottasse un modello per organizzare le diverse funzioni pubbliche in modo tale che fossero in dialogo aperto con la città. Creare quindi un punto di riferimento, un progetto pubblico che diventi il punto d’incontro tra il passato storico del quartiere di Toumba e il suo volto moderno di vivace quartiere urbano.
Non ultimo, il concetto che ha ispirato questo progetto è stato quello di un “quartiere urbano”, dove le diverse unità sono collocate in modo tale da poter lavorare insieme e allo stesso tempo in modo indipendente, contribuendo così al reciproco vantaggio nei confronti dei residenti.

Quali fattori e forme dell’area urbana in cui si colloca il progetto hanno influenzato le scelte progettuali?
Il concept della sintesi finale è stato quello di progettare una piccola comunità urbana, in cui otto unità edilizie indipendenti, oltre all’asilo nido, convivono armoniosamente, mentre i passaggi tra di loro consentono la libera circolazione e l’accesso diretto alle stesse. Il percorso centrale, che attraversa longitudinalmente il lotto, funge da base unitaria dell’intero impianto architettonico. Nonostante le otto unità edilizie rispondano a diverse esigenze pubbliche, sono state progettate con lo stesso vocabolario architettonico. A questo proposito, l’obiettivo principale della proposta era sia quello di elevare il paesaggio urbano ad un buon livello estetico, sia quello di fornire un contributo concreto alla creazione del necessario spazio a verde.

I cittadini sono stati coinvolti durante la fase di pianificazione? In che modalità?
Nel marzo del 2015, il Comune di Salonicco, il 4° distretto municipale (quartiere Toumba) e la Scuola di Architettura dell’AUTh (Università Aristotele di Salonicco), hanno organizzato un workshop dal titolo “Un cortile per il quartiere”. Insieme ai residenti di Toumba, hanno puntato alla rifamiliarizzazione dei valori del luogo, nonché a favorire l’integrazione dei richiedenti asilo nel sistema sociale.

Nella fase di progettazione, qual è stato il contributo degli operatori sanitari e sociali? (medici, infermieri, assistenti sociali,…)
Durante la fase di pianificazione, sono stati organizzati vari incontri in collaborazione con il Comune di Salonicco, con associazioni e presidenti delle amministrazioni dei servizi sociali, come il centro di salute comunitaria, la palestra comunale, ecc. al fine di prefigurare una strategia a seconda delle esigenze di ciascun servizio. Successivamente, nel processo di progettazione, si è svolto l’incontro sulle caratteristiche degli spazi e l’attribuzione delle funzioni.

Come è stato definito il programma funzionale?
Il complesso edilizio ha la possibilità di includere diversi usi di welfare pubblico in modo tale che siano in dialogo aperto con la città e le persone che servono. In questo quadro, si riescono a soddisfare le esigenze dei residenti di un’area anche più ampia, riunendoli per attività comuni e occasioni aggregative.
Nello specifico l’intervento comprende: un asilo nido, alloggi per richiedenti asilo, una palestra interna, una sala polivalente per eventi sociali, un cinema all’aperto, uno spazio-museo memoriale dei rifugiati di Toumba, uffici comunali della comunità, un centro di sanità comunitario, un centro diurno per gli anziani, un parco giochi e un piccolo parco di quartiere. La superficie totale del terreno è di 3800 mq e l’area edificabile finale è di circa 4500 mq.

Quali criteri tipologici e formali sono stati presi in considerazione?
Il rivestimento esterno in mattoni è stato scelto come materiale base di tutte le facciate degli edifici. Si tratta di un materiale che si riferisce automaticamente alla lunga tradizione dell’utilizzo delle mattonelle nella costruzione della città di Salonicco e, più specificamente, a un materiale che è indissolubilmente legato alle prime costruzioni leggere per i rifugiati nel quartiere di Toumba. Queste costruzioni sono state il riferimento per la tecnica a grappolo che è stata tradotta nella presente proposta come elemento morfologico delle facciate in blocchi edilizi.

Quali sono le principali caratteristiche di articolazione degli spazi?
Ponendo la funzione dei servizi educativi come punto di partenza per la composizione del complesso, a livello concettuale, se ne sottolinea il ruolo cruciale come primo punto di contatto dell’individuo con la vita pubblica. Allo stesso tempo, sul piano progettuale, questa organizzazione complanare degli spazi interni consente anche un contatto diretto con l’ambiente naturale. L’ingresso si trova ad ovest del lotto, dal passaggio pedonale condiviso sul lato del parco giochi.
Per il resto della kinesiologia del complesso, l’ingresso principale alle funzioni è quello dal lato est del terreno per evitare l’interferenza tra tutti gli utenti e quelli dell’asilo nido. Pertanto, gli edifici su questo lato (quelli dell’asilo nido, per anziani, il punto informativo e per uffici) sono disposti parallelamente alla forma direzionata del lotto. Tra di essi si determina un plateau comune di passaggio, che sostanzialmente “accoglie” il visitatore e lo rivolge verso l’asse longitudinale che struttura l’impianto complessivo.

Che ruolo gioca nel progetto il concetto di accoglienza?
Uno dei motivi principali della proposta era quello di progettare in termini esemplari un complesso che potesse “invitare” i visitatori e la comunità locale ad incontrarsi e a percepire lo spazio pubblico come uno spazio di vitale importanza.

Quali criteri e tecnologie sono state utilizzate nel progetto per affrontare il problema del cambiamento climatico?
Innanzitutto attraverso una collocazione ed un orientamento corretti dell’edificio sul terreno. Non solo, la progettazione ha previsto le necessarie aperture al fine di garantire un’adeguata illuminazione dall’esterno, una buona ventilazione naturale e una protezione solare durante il periodo estivo. Pertanto, la disposizione delle unità immobiliari, su entrambi i lati del percorso pubblico, ha tenuto conto delle esigenze di migliore ventilazione e irradiazione solare dell’intero complesso edilizio. A questo proposito abbiamo modellato l’area circostante in modo da migliorare le condizioni microclimatiche complessive. Dobbiamo anche notare che prevediamo di piantare 26 alberi sul posto e che 2/3 (vale a dire circa 1500 mq) dello spazio libero del terreno è destinato a “Spazio verde pubblico”.

Cosa ci si aspetta in futuro riguardo alla progettazione architettonica dei centri sanitari?
Le esigenze di una società moderna sono in costante aumento, soprattutto nelle città più popolate. Quindi sarà sempre più necessario per i progettisti avere la consapevolezza di fornire spazi realmente adeguati alle necessità degli abitanti.

Quali sono i fattori chiave nella progettazione di un edificio sanitario?
Il fattore chiave nel progettare un edificio sanitario è puntare ad un complesso edilizio aperto, che inviterà gli abitanti e renderà gli spazi più intimi. Gli edifici sanitari e sociali dovrebbero essere progettati in modo tale da incorporare la dimensione fondamentale dell’inclusione e del senso di appartenenza, creando un insieme edilizio, esteticamente caratterizzato, che predisponga positivamente i visitatori e familiarizzi con l’intero ambiente circostante.

Esiste un modello unitario per affrontare questo tema?
Ogni progetto è unico, perché si colloca di fronte a società diverse. In ogni progetto molti fattori devono essere presi seriamente in considerazione e ogni risposta è nascosta nei bisogni della società.

Il design e l’architettura possono contribuire alla guarigione del paziente?
Crediamo che la guarigione del paziente possa essere cercata anche oltre l’apporto medico. Quando uno spazio è progettato per essere utilizzato liberamente dall’abitante della città, affinché possa essere curato mentalmente e fisicamente attraverso diverse attività, ecco che la terapia non è unilaterale, e quindi sì, gli spazi creati dall’architettura possono essere estremamente utili per tutti i tipi di pazienti.



Bibliografia

Red. (2019) – Fiore Architects wins competition with Urban Community. aasarchitecture. Disponibile a https://aasarchitecture.com/2019/08/fiore-architects-wins-competition-with-urban-community/
Red. (2019) – Case Study 2: Building Complex for Municipal Welfare uses in Thessaloniki. Interview with FIORE Architecs. Competition Culture Europe. Disponibile a https://ccgreece.wixsite.com/mysite/copy-of-interview-with-k-belibasaki
FIORE Architects (2019) – Building complex for municipal welfare uses in Thessaloniki. Disponibile a https://www.fiorearchitects.com/buildingcomplexformunicipalwelfarep