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La
compattezza di questo saggio di Alessandro Gaiani non deve trarre in
inganno
circa la vastità dei suoi contenuti, che andando
controcorrente rispetto ad una
tendenza di specializzazione estremamente verticale del sapere, offre
una
visione olistica di lettura ed ipotesi di intervento nei contesti
urbani
contemporanei. Questo risultato di efficace sintesi di dinamiche
complesse,
intesa come ricerca degli aspetti essenziali del processo da parte
dell'autore,
si evince già dal titolo - Sovrascritture urbane -
che lascia presagire
nuovi paradigmi semantici tanto nella teoria quanto nella pratica,
proponendo
infatti sia strategie valide su scala globale che strumenti per una
loro
sperimentazione sul campo a livello locale.
La
premessa è una presa di coscienza del cambiamento epocale
che stiamo
attraversando, con la conseguente implosione della maggior parte dei
sistemi
che avevano governato il '900 e la modernità sotto gli
aspetti sociali,
finanziari e tecnologici. La necessità della ridefinizione
del ruolo stesso del
progetto è vissuta come un'esigenza impellente ed alla quale
non è più
possibile sottrarsi, e che tuttavia non può essere
improvvisata solo sulla
scorta di nuovi strumenti a disposizione, uno su tutti quello digitale,
ma deve
anzi confrontarsi con l'eredità culturale e materiale del
territorio. Le
riflessioni dell'autore in questo senso sono supportate da una lucida
analisi
della storia della progettazione, che viene ripercorsa a partire dal
moderno
nei suoi aspetti più salienti, con precisi riferimenti a
mostre e pubblicazioni
che hanno segnato questo ultimo secolo, e restituisce un quadro storico
culturale dal quale si possa realisticamente partire per un progetto
della
contemporaneità.
Se
il punto di partenza viene dunque individuato nel fallimento di un
sistema
lineare che tende ad una crescita iperbolica, il passo successivo
è riflettere
sulla possibilità di un sistema circolare in cui le risorse
siano in equilibrio
tra apparati naturali e antropici. Questo approccio, certamente critico
nei
confronti di un consumismo sfrenato ma al tempo stesso propositivo
rispetto a
possibilità di sviluppo, dal punto di vista teorico ricorda
molto da vicino le
teorie espresse da William McDonough in From Cradle to
Cradle, con quel
simbolo che da “più infinito” si
riconfigura come un doppio sistema
naturale/artificiale chiuso.
Il
progetto può operare in molteplici aspetti a questo fine:
per prima cosa
configurandosi come processo aperto ad accogliere le istanze di tutti
gli
attori territoriali anzichè seguire ad essere un processo
chiuso agli adetti ai
lavori, in una logica di legittimazione bottom-up delle trasformazioni
urbane.
Dal punto di vista operativo risulta poi inevitabile operare
sull'esistente,
costruire nel costruito, in primis per un principio di salvaguardia dei
suoli
permeabili del pianeta. Sovra-scrivere sull'esistente con nuove
architetture
creerà dunque un palinsesto urbano inedito, in cui
sarà possibile effettuare
una lettura diacronica della città nella sua evoluzione fino
ai giorni nostri,
ed il territorio italiano in questa prospettiva si presta perfettamente
ad
essere campo di sperimentazione in virtù della sua storia e
complessità. La
metodologia individuata alla micro-scala è quella di
continue ibridazioni, che
abbiano come risultato una mutazione dei luoghi nei loro aspetti sia
funzionali
che, conseguentemente, formali.
Proprio
questo primato del processo sulla forma mette gli architetti davanti
alla sfida
della ricerca di una nuova poetica, affinchè, parafrasando
Franco Purini
nell'introduzione al volume, “il nuovo realismo
non si traduca in un
nuovo funzionalismo”. Il
costante
richiamo ai meccanismi del linguaggio è fondamentale per
capire come a questo
fine la strada indicata da Alessandro Gaiani sia tracciata sulla
formazione dei
progettisti a sapere leggere prima di tutto il contesto, per potervi
quindi
scrivere, o meglio sovra-scrivere, il loro brano
secondo una grammatica
innovativa ma non arbitraria.
Francesco Pasquale
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