Edward Durell Stone. Dallo Stile Internazionale allo stile personale1

Ray Bromley



Edward Durell Stone (EDS, 1902-1978) fu architetto modernista e postmodernista americano, che studiò arte e architettura presso l’Università dell’Arkansas, ad Harvard e al MIT, ma che non completò mai i suoi studi, non conseguendo alcuna laurea. Il più alto grado dei sui studi è rappresentato dalla Rotch Fellowship, conseguita nel 1927-1929, che gli permise di visitare l’Europa. Qui egli si dedicò principalmente alla visita dei paesi del Mediterraneo disegnando principalmente architetture storiche. I suoi disegni dei viaggi europei per la Rotch Fellowship riflettono l’apprezzamento delle tradizioni Beaux Arts, ma anche un crescente interesse per l’architettura modernista e per gli ideali funzionalisti. Nato e cresciuto a Fayetteville, in Arkansas, dal 1929 in poi visse a New York City.
La carriera di Stone si sviluppa in tre fasi che coincidono pressapoco con i suoi tre matrimoni. Nei suoi primi anni di carriera, prima del 1954, egli aderì prima ai modelli Art Déco e successivamente allo Stile Internazionale. Stone progettò alcune case suburbane in stile internazionale per clienti facoltosi, le più note sono le case Richard Mandel e Conger Goodyear, in questo periodo progettò inoltre alcune case moderniste che comprendevano anche materiali vernacolari come legno e pietra, ad esempio la casa Seymour Kimmel (Ricciotti 1988). Collaborò alla progettazione di grandi opere come il Museum of Modern Art2 e l’interno della Radio City Music Hall di New York, il Fine Arts Center presso l’Università dell’Arkansas, l’Hospital del Seguro Social a Lima, in Perù e l’Hotel El Panamá a Panama. Fu un pioniere e talentuoso professionista dello stile internazionale negli Stati Uniti e apportò alcune significative innovazioni nello sviluppo di idee per alloggi a basso prezzo, creando nuovi layout distributivi per case e alberghi turistici che riducevano al minimo i corridoi interni e inserivano materiali “vernacolari” nella progettazione residenziale modernista. Stone ha inoltre dimostrato un grande interesse per l’interior design e la decorazione, e ha progettato alcuni sontuosi interni per i suoi progetti di hotel e teatri, in particolare al Waldorf-Astoria Hotel e al Radio City Music Hall di New York. Questi progetti avrebbero potuto costituire la base per una carriera promettente, ma il suo lavoro e la sua reputazione furono influenzati negativamente da problemi finanziari, da problemi di alcolismo e dalla rottura del suo primo matrimonio. In origine incontrò la sua prima moglie, Orlean Vandiver, in Europa, durante la sua Rotch Fellowship, e si sposarono a New York nel 1930.
Sebbene nei primi anni ‘50 egli fosse intensamente impegnato in molti lavori, molti dei quali importanti, con il naufragio del primo matrimonio, la sua vita privata, professionale e finanziaria versavano in uno stato di incertezza, tanto che diversi potenziali clienti preferirono non affidare le commissioni a Stone per coinvolgere altri architetti più affidabili.

1. Il secondo matrimonio, verso uno stile personale: 1954-1966
La grande opportunità di Stone di trasformare la sua vita e la sua carriera arrivò nel 1954 quando ebbe l’affidamento per progettare la nuova Ambasciata americana in India. Un progetto derivato dalle sue precedenti opere e dalla sua reputazione, ma soprattutto dalla sua amicizia con il senatore William Fulbright dell’Arkansas. Stone e Fulbright erano cresciuti a Fayetteville, in Arkansas, e Fulbright era particolarmente interessato alla politica estera e diplomatica degli Stati Uniti. Nei primi anni ‘50, il Dipartimento di Stato decise di progettare ambasciate che riflettessero la storia e la cultura della nazione ospitante, e ciò rifletteva anche che gli Stati Uniti erano si una superpotenza globale, ma soprattutto un faro di libertà e democrazia per “il mondo libero”. L’India era la nazione più popolata in quel “mondo libero” e un paese che, sotto la guida di Jawaharlal Nehru, era neutrale nei confronti della Guerra Fredda tra Stati Uniti e l’Unione Sovietica.
L’incarico per l’ambasciata Americana di Nuova Delhi coincise con un drammatico cambiamento nella vita privata di Stone: il matrimonio con Maria Torch. Una giovane, straordinariamente bella, che Stone aveva incontrato in un volo da New York a Parigi nel luglio del 1953, ventitré anni più giovane di Stone e divorziata. Maria lavorava come Travel Editor per la rivista Fashion and Travel. Nata in Ohio era la figlia di immigrati italiani e era affascinata dalle tradizioni artistiche e architettoniche mediterranee. Benché, sia Maria che Stone, provenissero da umili origini e dalla provincia, Maria incoraggiò Stone nell’utilizzo della decorazione, la monumentalità e la grandezza, ideale che aveva espresso nei suoi disegni architettonici della Rotch Fellowship fin dalla fine del 1920. Inoltre, sebbene Maria condividesse le simpatie di Stone per uno stile di vita dissoluto, lei lo persuase a smettere di bere e probabilmente contribuì a rafforzare le sue capacità imprenditoriali e a risolvere i suoi problemi finanziari. Dopo aver concluso il divorzio da Orlean Vandiver, Stone raggiunse tre obiettivi principali nel 1954: portare Maria con sé a Beirut per lavorare con un gruppo di architetti libanesi al progetto del Phoenicia Hotel che si affaccia sul Mediterraneo; Sposare Maria a Beirut e poi portarla in luna di miele in India, mentre lavorava alla progettazione dell’ambasciata USA. La luna di miele comprendeva visite del Mughal e a famosi siti intorno Delhi - il Forte Rosso, la Tomba di Humayun, Fatehpur Sikri, il Taj Mahal, e probabilmente anche il Forte di Agra e la tomba di I’timad-ud-Daulah, noto come il “baby Taj”.
Lo splendore dei luoghi visitati furono di ispirazione per adottare alcune caratteristiche architettoniche Mughal e alcuni principi morfologici di quei siti. La loro combinazione con le caratteristiche strutturali e decorative, che aveva già usato nelle sue opere precedenti, si svilupparono in uno “stile personale” che userà nell’ambasciata USA e nella maggior parte delle sue opere architettoniche tra il 1954 e il 1966, periodo che coincide con la durata del suo secondo matrimonio.
Ironia della sorte, le tradizioni Mughal non corrispondevano alla principale religione Indiana, l’induismo, o allo stato repubblicano e laico dell’India, o alle tradizioni cristiane americane. Piuttosto celebravano le monarchie musulmane, che avevano governato gran parte del subcontinente indiano prima del controllo britannico, sottolineando i collegamenti architettonici con il Medio Oriente e i paesi del Mediterraneo.
Lo Stile personale di Stone include molte caratteristiche del Medio Oriente e dell’architettura islamica Mughal, ma era un obiettivo altamente originale perché Stone voleva utilizzare cemento, acciaio e vetro nella costruzione degli edifici, riducendo drasticamente la pietra da taglio. I suoi migliori lavori erano pieni di inventiva e erano sensibili al luogo, considerando la luce naturale, i flussi d’aria, i bacini idrici e il paesaggio, per creare edifici straordinariamente idilliaci ed efficienti dal punto di vista energetico. Stone adottò le caratteristiche dell’architettura Mughal che attenuano il ​​calore, il clima secco e il sole intenso di molte parti del Medio Oriente e dell’Asia meridionale, prestando particolare attenzione alla disposizione degli edifici in relazione al sole, ai venti dominanti, e alla creazione di giardini interni ed esterni. Così, i suoi “personali” edifici saranno caratterizzati da tetti piani a baldacchino, colonne, archi, porticati e doppi porticati, da pareti schermo, griglie, cupole, piscine, fontane, e una varietà di torri, alcune tonde e sottili come minareti, altre voluminose e quadrate.
Ulteriori decorazioni includevano grandi lampadari pendenti all’interno degli edifici o nei tetti a baldacchino esterni, grandi fioriere quadrate o circolari disposte su piattaforme all’aperto e in piazze. Il suo fascino per i grandi oggetti circolari, sia appesi al soffitto che adagiati su piattaforme di cemento, evocavano l’immagine di “dischi volante” - memorabili e divertenti per il pubblico, ma anatema per la maggior parte dei critici d’architettura. Le planimetrie di Stone erano simmetriche, a volte con elementi minori di asimmetria per effetto artistico, il suo paesaggio preferito era di tipo formale, in modo che la piena raffinatezza dei suoi progetti fosse visto da un aeroplano o guardando in basso su un modello in scala. Quando era possibile, Stone teneva i veicoli lontani dai suoi edifici, assicurandomi che il parcheggio fosse fuori dalla vista, e dietro a schermi o agli alberi dei giardini. Il suoi progetti erano maggiormente apprezzabili quando circondati da parchi ben curati, che sottolineavano l’integrazione con la natura. L’edificio dell’ambasciata di Nuova Delhi, noto come il Chancery, era rettangolare con un doppio tetto piano a sbalzo, con una muratura perimetrale traforata (griglie) per mitigare il caldo estivo e il freddo invernale. L’edificio aveva un atrio interno a copertura rettangolare con fontane e una piscina riflettente, in modo da creare un cortile con giardino e un sistema di condizionamento e umidificazione per l’intero complesso. Era un laboratorio per la sostenibilità degli edifici e l’efficienza energetica, progettato molto prima che tali concetti diventassero un luogo comune. Le sue colonne di ottone color oro e il grande logo sopra l’ingresso principale, comunicavano un senso di benvenuto e prosperità, il suono continuo delle fontane, sia all’interno che all’esterno, aumentavano il senso di tranquillità.
Il successo dell’Ambasciata di New Delhi, inaugurata nel 1959, si basava sulle lodi che Frank Lloyd Wright aveva espresso sul progetto e sulle recensioni favorevoli di Architectural Forum3, e di altre riviste.
Stone ebbe un rapporto amichevole con Wright, che è stato senza dubbio l’architetto più famoso d’America. Fu Wright a soprannominare l’Ambasciata di New Delhi “il Taj Maria” a causa del significato assunto fin della luna di miele di Stone e Maria e dell’importante ruolo che Maria ebbe negli affari e nella reputazione di Stone tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio degli anni ‘60.
Maria aveva un eccezionale talento promozionale e le pubbliche relazioni e partecipava a tutto ciò in cui il marito era coinvolto come Edward Durell Stone Inc., insistendo, per esempio, sull’uso del suo nome completo in tutti gli annunci pubblici e contribuendo sia al disuso dell’utilizzo del suo nome colloquiale “Ed”, che dei nomi dei suoi assistenti e associati.
In seguito al progetto per l’ambasciata USA di New Delhi, Stone ricevette altre commesse. Iniziò a lavorare allo Stanford Medical Center nel 1954, al padiglione degli Stati Uniti per la World’s Fair di Bruxelles del 1956, al National Center for the Performing Arts (ora John F. Kennedy Center) a Washington DC nel 1958, e alla State University di New York nel campus di Albany nel 1960. Nel 1958 Stone era nella copertina del Time di marzo e il Padiglione di Bruxelles fu un grande successo internazionale. La sua amicizia con il senatore Fulbright fu rafforzata, e il governatore dello Stato di New York Nelson Rockefeller, un amante dell’architettura moderna, approvò la sua selezione per progettare il campus di Albany.
Anche se il padiglione della Fiera di Bruxelles era temporaneo, progettato per durare solo per l’estate del 1958, sia per l’architettura che per i contenuti, il padiglione degli Stati Uniti, impressionò positivamente milioni di visitatori. Il padiglione era di forma circolare, con all’esterno uno schermo metallico forato che circondava l’edificio, con due edifici circolari collegati come piccoli e grandi teatri e con un tetto traslucido. Sia all’interno che all’esterno del padiglione c’erano fontane e una piscina riflettente, le mostre e le attività per i visitatori sottolineavano il consumismo e l’intrattenimento. Ogni aspetto del progetto di Stone contrastava nettamente con il vasto e austero padiglione URSS, simile a una scatola, incentrato sulla scienza. L’Unione Sovietica aveva lanciato lo Sputnik4, ma il padiglione dell’America, la terra di Disney, Hollywood e del fast food, fu sicuramente il più divertente!
Mentre lavorava per il campus di Albany, Stone fu chiamata dal governo del Pakistan a progettare alcuni degli edifici più importanti per Islamabad, la nuova capitale, includendo il complesso del governo, il Presidential Palace e la Moschea, la nuova università ora nota come Quaid-i-Azam e l’Istituto pakistano di scienza e tecnologia nucleare. Stone ricevette molte importanti commissioni per Islamabad, più di qualsiasi altro architetto, riflettendo il suo status di architetto modernista di fama mondiale, che capì i principi della progettazione e pianificazione islamici e propri del luogo. Come altri esempi significativi nel mondo islamico, si possono citare il Complesso governativo per Lahore, la Moschea di Karachi, l’Aeroporto di Jeddah in Arabia Saudita e l’International College di Beirut.

2. Dal crescente successo, alla perdita della “Grazia”
Tra il 1957 e il 1964, l’impegno professionale di Stone crebbe: da pochi contratti e collaborazioni temporanee a una società in piena regola, la Edward Durell Stone and Associates Inc., con uffici a New York e in California e con oltre duecento dipendenti. La sede Californiana divenne un distaccamento della Edward Durell Stone Inc., con uffici a Palo Alto e a Los Angeles. Maria Stone fu attiva nella promozione aziendale fino al 1964, quando presentò la richiesta di divorzio che le fu concesso nel 1966, dopo una lunga e acerrima disputa pubblica con il marito (Stone 2011, pp. 245-251).
Durante il matrimonio con Maria, lo stile di Stone divenne un “marchio”, qualcosa che può essere applicato per scopi diversi e in luoghi diversi, con diversi livelli di costo e dimensioni, variando la scelta di componenti standard e adattandoli alle necessità del cliente. I principali progetti erano quadrati, rettangolari, circolari o ovali, collegati tra loro da tetti a baldacchino e organizzati in complessi di edifici incorniciati attorno a quadrangoli. A mano a mano che la società cresceva a dismisura, i progetti potevano essere sviluppati da personale junior, con il minimo coinvolgimento di Stone. Il marchio di fabbrica della Edward Durell Stone and Associates Inc. facilitò la crescita della società, ma il suo uso portò alcuni critici a definirlo un cliché, “una scenografia” kitsch. La qualità del lavoro della Edward Durell Stone and Associates Inc. diminuì per il grande numero di progetti, per il minore entusiasmo e immaginazione in fase di progettazione e infine a causa dei clienti, sempre più orientati al contenimento del budget nella progettazione. Nel campus di Albany, ad esempio, l’austerità del settore pubblico e il superamento dei costi di costruzione portarono a drastici tagli nella decorazione degli interni, nel paesaggio, nella segnaletica e all’assenza di opere d’arte sia all’interno che all’aperto. I limiti del budget intensificavano i sentimenti di isolamento istituzionale e scoraggiavano gli estranei dal visitare il campus. Il governatore Nelson Rockefeller aveva cercato qualcosa di grandioso e monumentale, ma lo Stato di New York dovette minimizzare la spesa pubblica. Il risultato fu quello di costruire un guscio enorme, spettacolare da una vista aerea, ma povero, monotono e difficile da percorrere.
Una lunga successione di amministratori e di progetti cercarono, con un certo successo, di migliorare il campus da quando è stato formalmente aperto nel 1967, ma generazioni di visitatori continuarono a esprimere le stesse critiche su quanto fosse difficile orientarsi nel campus e su quanto gli interni degli edifici fossero insignificanti.
Negli anni ‘70, la struttura del Padiglione USA di Bruxelles era un lontano ricordo, Islamabad e altri siti in Pakistan avevano relativamente pochi visitatori e l’ambasciata USA a Delhi era nascosta alla vista dalla costruzione di alte mura e strutture di sicurezza per proteggersi dagli attentati. Il più famoso edificio di stile Stone è diventato e rimane il John F. Kennedy Center for the Performing Arts di Washington D.C., completato nel 1971. Il nome di Kennedy fu dato al centro dopo il suo attentato. Il progetto realizzato fu molto meno elegante ed eccitante di quanto Stone aveva inizialmente proposto. La sua originale proposta consisteva in un edificio ovale, ma che, in fase di realizzazione, fu ridotta a un rettangolo per risparmiare, inoltre molte altre modifiche furono effettuate per rispettare i limiti di budget e soddisfare diversi gruppi di interesse. Il sito in cui sorgeva il progetto era angusto, pertanto non c’era un’ampia area esterna per enfatizzare il suo significato e creare viste memorabili. Sebbene l’edificio sia noto per l’eccellente acustica degli auditorium, molti critici criticarono le decorazioni degli interni, considerandola eccessivamente grandiosa e discordante con l’architettura dell’edificio.
Oltre il centro J.F.K., gli edifici più caratteristici di Stone sono diversamente disseminati: Delhi, Islamabad, California, Arkansas, Chicago e varie parti del Nord-Est degli Stati Uniti. Alcuni degli esempi più incredibili sono relativamente piccoli e lontani dalle grandi città, come la Unity Church di Schenectady, nello stato di New York, il Community Hospital of the Monterey Peninsula in California, il Museo de Arte a Ponce in Porto Rico, l’Auditorium Beckman al California Institute of Technology di Pasadena e allo Stanford Medical Center. Altre opere interessanti e idiosincratiche si trovano in luoghi poco visitati, come ad esempio il Pine Bluff Civic Center in Arkansas, il governo statale e lo State Government and Civic Center, nel Kentucky, lo Stuhr Museum of the Prairie Pioneer a Grand Island nel Nebraska.
Negli anni ‘70 era evidente che al curriculum di Stone mancasse un edificio di suo marchio a New York City. Il suo contributo alla città, dopo il 1954, fu di pochi edifici modesti, eccentrici o monotoni. Dal punto di vista degli edifici considerati eccentrici due progetti furono pesantemente criticati: l’edificio che aveva costruito nella Sessantaquattresima strada, l’edificio in arenaria nella Upper East Side dove Stone viveva con Maria; e, la Huntington Hartford Gallery of Modern Art nella Columbus Circle, soprannominata “l’edificio lecca-lecca” per la sua strana decorazione esterna attorno alla base. La Hartford Gallery of Modern Art al Columbus Circle, inaugurata nel 1964, suscitò una grande controversia alla fine degli anni ‘90, quando i proprietari decisero di rilanciarlo come Museum of Arts and Design e venne riprogettato da Brad Cloepfil of Allied Works Architecture. La trasformazione fu approvata e completata nel 2008 con grande costernazione di molti storici dell’architettura che volevano conservare l’opera di Stone (Hunting 2013, p. 148). Sul lato cieco c’era il primo grattacielo di Stone, il General Motors Building, di 50 piani nella 555 della fifth Avenue, inaugurato nel 1968. Aveva una straordinaria posizione strategica e splendidi panorami da Central Park, e nel 2009 fu venduto per 2,9 miliardi di dollari, rendendolo l’edificio per uffici più costoso degli Stati Uniti.
Stone scherzava sul fatto che “Ogni tassista di New York ti direbbe che è il suo edificio preferito”, forse riconoscendo che la sua architettura attrae e ha più popolarità presso il pubblico “comune” piuttosto che quello dei critici e degli addetti ai lavori (Hunting 2013, p. 141).

3. Comprendere lo “stile personale” di EDS
Lo stile di Stone è stato variamente definito come Modernismo decorativo, Postmodernismo, New Romanticism e Populismo architettonico. Evidentemente Stone era un modernista che cercava di trasformare in qualche modo il modernismo. Aveva un forte interesse per l’interior design, ed era ansioso di trovare modi per decorare gli esterni e gli interni delle sue opere architettoniche. Era affascinato dagli effetti della luce solare sugli interni, sia attraverso i soffitti e le pareti, che attraverso forature sul tetto, mattoni di vetro, pareti traforate o di rete come alternativa o complemento per le finestre. Stone fece un uso fantasioso di scale, aree sotterranee, fontane e piscine per aggiungere varietà e interesse alle aree esterne e interne. Così, ha decorato la sua architettura, e potrebbe essere considerato per questo come uno dei primi pionieri delle idee post-moderniste. Cercò di complicare la nuda semplicità del modernismo di stile internazionale e evitò ogni accenno di “brutalismo”, la forma più cruda del modernismo. Il brutalismo era spesso paragonato alla rudezza, il modernismo decorativo di Stone sembrava “romantico”, con un tocco amorevole, leggero e persino “femminile”.
Per diversi anni, dopo la World’s Fair di Bruxelles del 1958, ritratto sulla copertina di Time, l’architettura di Stone e la sua persona attirarono l’attenzione e fu molto apprezzata dal pubblico. Verso la metà degli anni ‘60 tuttavia, i critici lo descrissero come “populista”, sottointendendo in qualche modo che la sua architettura mancava di purezza. Fu accusato di tradire la purezza del modernismo e di soddisfare gli interessi del pubblico, piuttosto che i gusti degli esperti. Molti di questi esperti hanno iniziato a criticare Stone per il suo frequente uso di elementi decorativi considerati ingannevoli, adottati più per affascinare le masse piuttosto che le élites istruite.
Durante la carriera di Stone, sono stati pubblicati solo due libri sulla sua architettura, Edward Durell Stone: The Evolution of an Architect, nel 1962 e Edward Durell Stone: Architecture Recent e Future, nel 1967. In entrambi i casi Stone è stato l’autore nominale, anche se la maggior parte dei contenuti consisteva in fotografie di modelli, schizzi di progetto e impressioni di artisti, su come sarebbero stati gli edifici. Alcuni erano progetti realizzati, ma la maggior parte erano progetti in preparazione o in costruzione, e atri che non sarebbero mai stati costruiti. Il libro del 1962 (Stone 1962) conteneva alcuni testi interessanti sulla carriera e le idee di Stone, il libro del 1967 (Stone 1967) era poco più di un gigantesco album di fotografie. La maggior parte del lavoro internazionale di Stone e tutti i suoi progetti dopo il 1966 sono superficialmente documentati, senza alcuna significativa spiegazione di Stone stesso. Più di 40 anni sono passati prima che venissero pubblicati altri due libri, che sono anche i primi libri che considerano seriamente la vita e il lavoro di Stone, in una prospettiva più ampia (Stone 2011, Hunting 2013).
Stone era un professionista piuttosto che un teorico, i suoi legami con le scuole di architettura e con i critici erano piuttosto insignificanti. Sebbene avesse tenuto dei corsi per diversi anni presso la New York University, prima della seconda guerra mondiale, e a Yale per alcuni anni dopo la seconda guerra mondiale, le sue origini relativamente umili, la sua mancanza di diplomi conseguiti e di scritti sulla storia architettonica, stili o teoria, limitava il suo fascino nel mondo accademico. Mentre il suo album di progetti cresceva in maniera evidente, durante gli anni ‘60, con il passaggio dalle piccole collaborazioni e da un gruppo di lavori di piccole dimensioni, l’originalità del suo lavoro diminuì quando si trasformò in un’importante azienda, con la maggior parte del lavoro svolto da personale relativamente inesperto, così che la sua reputazione negli ambienti universitari e dei critici diminuirono rapidamente.
Stone era considerato un individualista, ma non il fondatore di una nuova scuola di architettura. Aveva molti dipendenti nella sua azienda, ma non era il leader di un nuovo movimento. Molti suoi colleghi hanno affermato che Stone avesse assunto troppe commesse e che molti dei suoi progetti erano caratterizzati da luoghi insignificanti, con clienti difficili, barriere normative e budget inadeguati. Tali condizioni hanno portato, quasi inevitabilmente, a esiti insoddisfacenti, consumando la reputazione di bellezza, innovazione e sensibilità ambientale, che solitamente era associata ai suoi lavori migliori.

4. Oltre Maria: Eclettismo e crisi
Dopo il divorzio con Maria nel 1966, le società con sede a New York e in California gradatamente abbandonarono l’identità stilistica di Stone e produssero un insieme di progetti sempre più eclettici. Molti furono progettati dallo staff con scarso contributo di EDS e così il marchio e l’identità dello studio iniziarono a venir meno. Dal 1971 Stone ebbe problemi di salute. Si sposò di nuovo nel 1972, con Violet Campbell Moffat, e si ritirò formalmente dalla direzione delle sue società nel 1974, vendendo le sue azioni, conservando comunque il ruolo di consulente.
Gli ultimi progetti che gli sono stati attribuiti formalmente risalgono al 1973. Molte di queste ultime opere sembrano tradire la sua identità stilistica, esse non espletano alcuna alternativa o innovazione significativa.
Il miglior esempio dell’ultima fase della carriera di Stone potrebbe essere il progetto della Pepsico World Headquarters a Purchase, New York, del 1967 e l’Eisenhower Medical Center a Rancho Mirage, in California, progettato nel 1968. Entrambi esemplificano lo straordinario senso di tranquillità e armonia con la natura associata ad alcuni dei migliori progetti di campus e ospedali di Stone. Il Pepsico Headquarters è un elegante complesso di uffici, semplice e altamente flessibile, circondato da un bellissimo parco e da un giardino con sculture. Nessuna auto è visibile dagli edifici e le pareti mobili hanno facilitato molti interventi di ridimensionamento e riorganizzazione aziendale. L’Eisenhower Medical Center segue alcuni dei principi dell’ospedale costruito sulla penisola di Monterey, progettato nel 1959 e sicuramente è una delle strutture mediche più quiete e belle che siano mai state create.
Nel complesso, tuttavia, la maggior parte della produzione di Stone dal 1967 al 1973 era eclettica e ripetitiva. La maggior parte degli ultimi progetti erano uffici corporativi, banche, grandi magazzini e piccoli edifici pubblici, che non avevano interesse, se non locale.
Un’eccezione fu il Fort Worth City Hall in Texas, del 1968. In parte progettato da un architetto locale, l’edificio tradiva lo stile dell’interno, progettato da Stone, con un esterno in stile brutalista. Molto più problematici e storicamente significativi furono i grandi progetti di grattacieli che seguirono il General Motors Building di Manhattan. Due erano davvero massicci: l’Oil Standard of Indiana Building di 83 piani, alto 346 metri, nel centro di Chicago, progettato nel 1970, completato nel 1973 e ora noto come Aon Center; e il First Canadian Place Tower di 72 piani, alto 298 metri posto nel centro di Toronto, progettato nel 1971 e completato nel 1975. In entrambi i casi la Edward Durell Stone Associates ha collaborato con altri studi per la progettazione di eleganti grattacieli in marmo, ma alcuni anni dopo il completamento degli edifici dovettero essere rivestiti in un altro materiale perché le lastre stavano cadendo.
Il ri-rivestimento costò ai proprietari tanto quanto avevano originariamente pagato per gli edifici e provocato un contenzioso che portò alla liquidazione della Edward Durell Stone Associates parecchi anni dopo la morte di Stone. Entrambe le torri erano da record: i più alti edifici rivestiti di marmo del mondo, con lo Standard Oil, che per un breve periodo fu il quarto grattacielo più alto del mondo prima che altri venissero costruiti successivamente, ma comunque, è tuttora il grattacielo più alto del Canada.
Architettonicamente, tuttavia, nessuno dei due grattacieli ha ricevuto elogi, quello canadese è spesso criticato come ripetitivo e non contribuisce quasi per nulla allo skyline di Toronto.
Un’altra torre di Stone, la Executive Office Building di 22 piani nel complesso statale del Campidoglio della Florida a Tallahassee è stata progettata all’inizio degli anni ‘70, come una costruzione fallica che domina lo skyline di una piccola città. Con le sue camere legislative a cupola su entrambi i lati, schiaccia e oscura l’adiacente storico edificio dell’Old State Capitol. Il progetto originale era quello di demolire il vecchio Campidoglio, ma dopo una forte protesta, l’edificio storico fu restaurato come un’amata, delicata e dignitosa struttura con un gigantesco vicino. Il nuovo complesso del Campidoglio è generalmente considerato un pugno nell’occhio, tradendo tutti i principi di sensibilità contestuale e ambientale che hanno caratterizzato le migliori opere di Stone. Al momento della sua morte, nell’agosto del 1978, Stone stava gradualmente scomparendo dalla letteratura architettonica e dalla lista delle “star”. Il suo lavoro sempre più viene condannato come stravagante, kitsch e populista, ripetitivo nello stile, nella distribuzione e negli elementi decorativi. Stone non apparteneva a nessuna “scuola di architettura” e non lasciò alcuna importante dichiarazione di teoria architettonica per illuminare studiosi e giovani praticanti. Sebbene ritirato nel 1974, la sua ditta californiana ha cessato le sue attività nel 1984 (Stone 2011, pp. 290-299), e la sua società di New York entrò in crisi per le cause legali per le lastre di marmo che cadevano dallo Standard Oil Building di Chicago e dal First Canadian Place Tower, che ebbero una tarda soluzione.

5. Un recente interessamento
Dopo più di tre decenni di relativa oscurità, due autori di New York hanno recentemente scritto importanti libri su Edward Durell Stone e la sua architettura: Benjamin Hicks Stone (2011), figlio di Edward e Maria, e architetto praticante, e da uno storico dell’architettura, Mary Anne Hunting (2013). Entrambi i libri forniscono una panoramica molto completa della vita e delle opere di Stone. Hicks Stone offre molti aneddoti personali sulla vita e il carattere del padre e dell’impatto che ebbe sul lavoro e l’immagine il matrimonio con Maria. Hicks Stone fornisce anche una lista completa di oltre 340 “grandi opere” che vanno dalle case singole ai complessi governativi, grandi ospedali, campus universitari, quartieri residenziali, e vari disegni e progetti completi (Stone 2011, pp. 321-325). Più della metà di queste “opere principali” sono state costruite o pubblicate, lasciando una cospicua eredità da rivalutare per i futuri storici e critici dell’architettura.
Il secondo matrimonio di Stone ha salvato la sua carriera ed è stato associato alle sue opere più famose e apprezzate, ma la crescita della sua società e del suo business lo hanno portato a progetti trascurati, all’utilizzo ripetitivo di elementi decorativi come dei cliché. I suoi progetti di grattacieli erano praticamente fallimentari, i sui lavori migliori erano a livello del suolo e strettamente integrati con il paesaggio circostante. La sua separazione da Maria nel 1964 e il conseguente divorzio accentuarono i problemi della sua immagine e della sua società. Gran parte del lavoro svolto dalle sue imprese alla fine degli anni ‘60 e ‘70 era poco seguito, e poco documentato. Solo ora, con i libri di Hicks Stone e Mary Anne Hunting, disponiamo di panoramiche che consentono un’indagine completa e una valutazione della sua carriera. Una piccola ventata di interesse per la vita, il lavoro e il pensiero di Stone, è il risultato di questi due recenti, eccellenti libri sulla sua architettura, ma per la maggior parte del pubblico del Ventunesimo secolo, Edward Durell Stone rimane un architetto poco conosciuto e difficile da definire.

 





1 Nel testo originale l’autore definisce lo stile di ED Stone come “Signature style,” che in italiano avrebbe un significato simile a “stile autoreferenziale,” ma, proprio per il senso che lo stesso Bromley ha dato all’opera di ED Stone nel saggio e per la personale scelta di Stone di “abbandonare” lo Stile Internazionale e di macchiarsi di “apostasia”, – come racconta Tom Wolfe (1981) - From Bauhaus to Our House, Farrar, Straus & Giroux, New York; [trad. it.]: Maledetti Architetti (Bompiani, Milano 1988) – si è ritenuto più idoneo tradurlo in “stile personale” [N.d.C.].
2 Progettato con Philip Lippincott Goodwin [N.d.C.].
3 Architectural Forum (1959), “A new public architecture”, (January). 84-89 [N.d.C.].
4 Lanciato in orbita il 4 ottobre del 1958, fu una delle maggiori attrazioni del padiglione URSS [N.d.C.].