Recensioni

Macaluso

Quando l’urbano interseca il rurale
1. La struttura del libro
Il volume di Luciana Macaluso assume la forma dell’intervista. Le domande poste agli intervistati derivano dalle questioni maturate nel corso di varie ricerche dell’ambito compositivo svolte dall’autore nel contesto di Palermo. Il metodo di studio peculiare secondo la Scuola di Palermo si fonda sulla sperimentazione progettuale come strumento di conoscenza ed è l’elemento che contraddistingue buona parte delle ricerche citate nel volume. L’attività di progetto, come punto di sintesi tra la condizione attuale dei luoghi le esigenze dell’abitare contemporaneo, mette in luce quali strumenti utilizzare per la trasformazione di un territorio. I risultati delle indagini condotte sono sintetizzati ed ordinati attraverso le tesi che emergono durante le interviste. Obiettivo dell’autore risulta, oltre a favorire un confronto tra posizioni diverse, affinare le visioni di temi cari agli intervistati. Le intersezioni che costituiscono la struttura del volume derivano dai temi delle ricerche svolte cominciando con lo studio della città di fondazione (Gibellina Nuova) come campo di sperimentazione della riflessione quaroniana del progetto urbano, arrivando alla relazione tra architettura e geografia oltre al valore interscalare della forma come strumento principe in un insediamento privato del passato. Un secondo tema deriva dall’approfondimento di nuclei residenziali pubblici (Borgo Ulivia e Zen di Palermo) e in particolare della relazione tra periferie e città contemporanea. Un terzo tema riguarda la relazione tra urbano e rurale attraverso le indagini condotte nel territorio tra Isola delle Femmine e Partinico, includendo nella riflessione progettuale scale e dimensioni diverse tra loro. Un ultimo tema è quello delle visioni agro-urbane, affrontato attraverso l’analisi del contesto di Steingur in Germania, nei pressi di Amburgo, sulla scia delle visioni dei maestri (in primis Samonà) sul tema dibattuto della città in estensione.
Oltre all’autorevolezza scientifica delle figure coinvolte scopo del volume è stato quello di rivelare il legame tra i docenti intervistati e le ricerche sviluppate nella scuole di Palermo tra il 2007 e il 2013, tra cui due Prin, uno studio di dottorato e uno studio sul territorio di Steinburg nella Germania Settentrionale condotto dall’autore. Le interviste mettono a fuoco in una forma ordinata, le intersezioni delle esperienze di studio facendo emergere temi a cui l’architettura è stata chiamata a rispondere: Il progetto degli spazi aperti, le relazioni tra principi insediativi e geografia, le visioni del paesaggio e la relazione con il suolo. Le caratteristiche morfologiche, tipologiche del territorio siciliano oltre il sistema di relazioni sociali impongono un diverso approccio di studio, rispetto al resto del paese. Le aree di indagine palermitane assumono caratteristiche di ambiti inedificati, spesso inaccessibili dove le soluzioni di continuità offuscano il valore delle preesistenze. Nel caso tedesco, invece, che assume connotati ambientali diversi, il territorio agricolo ed il suo paesaggio subiscono un profondo cambiamento derivato dall’abbandono sociale e dall’avvento di nuove infrastrutture viarie.

2. I temi
Tra i temi trattati di rilievo risulta essere la definizione di spazio intermedio nel caso di Gibellina in cui, secondo Gregotti, non si è riusciti a compiere un fatto urbano complessivo. Il tessuto urbano denso di qualità di architetture messe insieme non genera un’idea urbana convincente e unitaria. L’attenzione si rivolge pertanto agli spazi intermedi tra il costruito, in modo che il progetto lo renda fruibile e di senso. Pierluigi Nicolin nell’intervista parla di “Magnete dello spazio aperto”, in cui al contrario dell’intervento polarizzante di Quaroni, oggi serve far emergere il paesaggio come carattere dominante nell’architettura. A riguardo l’autore fa emergere tracce di studi sulle cerniere urbane che aiutano Pierluigi Nicolin ad attribuire un nuovo protagonismo urbano alla distanza tra le architetture. Secondo l’originaria concezione del dibattito degli anni Settanta il progetto dello spazio aperto esplicita la preminenza dell’architettura sul territorio. Nel caso delle periferie di Palermo (Zen e Borgo Ulivia), la conoscenza di aree libere e i principi architettonici dei quartiere, orientano le trasformazioni proposte. Gli agrumeti residui diventano protagonisti, la piccola tessera di campagna nel tessuto urbano svela la vecchia condizione diffusa di un paesaggio alterato. Secondo Joao Nunes la permanenza della vegetazione, assume caratteri stabili spesso maggiore delle architetture di impianto.
Nell’intersezione che approfondisce la relazione tra principio insediativo e geografia, secondo Jordi Bellmunt, tra l’ordine della campagna e del costruito esiste una regola come per ogni progetto di architettura. I tessuti urbani rarefatti, in relazione ai nuclei urbani compatti, offrono oggi una gamma di principi insediativi sul progetto del nuovo. Spesso gli architetti hanno dimostrato l’incapacità di scorgere nella geografia le tracce generatrici di un’opera. In Francia e in Germania, la figura del paesaggista si è fatta spazio tra l’architettura e il territorio, un vuoto che aveva contribuito a creare le Banlieue senza memoria e senza identità in cui gli scontri sociali, avevano fatto tabula rasa. Il disegno a grande scala del suolo è il prodotto dalle pratiche agricole svolte su di esso. Proseguendo nelle interviste Josè Laborda-Yneva precisa che la lettura del territorio parte dalla ripartizione delle forme geometriche riconoscibili. Tale forma dipende sia dall’orografia ma anche da fattori funzionali. L’agricoltura modifica i rilievi della crosta terrestre meno che una urbanizzazione di conseguenza, come afferma Joao Nunes, la conoscenza delle forme e delle forze in atto sui luoghi, permette di imprimere segni permanenti, attraverso il progetto in relazione tra luogo e artificio. Secondo la visione di Vittorio Gregotti le forme che durano sono quelle dotate di autorità riconoscitiva dalla collettività, mentre Pierluigi Nicolin sostiene la forma come mera verità, Per Jorg Schroder, invece, la stabilità della forma è contrapposta alla mutevolezza degli usi contribuendo ad un processo di pianificazione in cui il piano prevede destinazioni temporanee.
Nell’intersezione successiva che studia il paesaggio visto dagli architetti, l’autore parte dall’esperienza di Giuseppe Samonà, siciliano e docente a Venezia, attraverso il suo scritto La città in estensione che codifica i ragionamenti sulla storia come lezione del presente e sulla unità tra architettura e urbanistica, con la classificazione tipo-morfologica. L’autore sottolinea l’influenza del maestro sulle ricerche condotte a Palermo tradotta nell’assunzione di ipotesi generali di intervento come pezzi di un’idea di paesaggio complessiva. Lo studio delle aree periurbane, oltre le tesi di Samonà, verificheranno i temi della continuità del suolo e la permeabilità basamentale rendendo urgente stabilire una dialettica tra le parti di territorio condiviso. Confermando l’importanza della scia della riflessione di Samonà per potenziare le identità tra città e campagna, si sono studiate possibili relazioni per l’accesso alle aree agricole, trattando la campagna come “ortus explosus”, volta a qualificare aree agricole per nuovi paesaggi.

3. La riflessione operativa
Le interviste condotte dall’autore hanno un fondale comune, individuabile nella necessità di interazione tra discipline e società a fronte delle sfide attuali. Gli approcci disciplinari cambiano da paese a paese rendendo il dialogo tutt’altro che scontato. Ma da qui il ruolo intercettore dell’architetto, definito da Marcella Aprile con la capacità di progettare in sostanziale continuità tra la scala territoriale e di dettaglio a seconda degli scopi che il progetto dovrà raggiungere. Joao Nunes sollecita ad una trasversalità culturale e lamenta il problema legato all’individualità degli ambiti disciplinari. Dalle interviste, l’autore si rifà spesso ai concetti del Movimento Moderno in cui la città della modernità contrapposta alla città murata e compatta, ha imposto una coscienza nuova nella relazione tra architettura e natura. Nella prima metà del XX secolo le architetture sorsero in periferie poco popolate e in territori del tutto aperti. Per natura, ognuno dei maestri però intese un concetto affine alla propria cultura e ai propri contesti. L’esaltazione geografica ed il rispetto della natura in ogni caso pervadono il Movimento Moderno, costituendo una eredità difficile nel dibattito della contemporaneità. Il progetto di paesaggio contemporaneo diventa supporto per valorizzare la città contemporanea dove, sulla scia della modernità, si aprono gli spazi liberi. La città secondo i principi insediativi del movimento moderno si apre verso la geografia, da cui trae la progressiva sensibilizzazione contemporanea verso la natura dei luoghi anche nella grande dimensione. Per l’autore il volume traccia un’orditura sulla quale non c’è un ragionamento univoco ma proprio per la formula usata con interviste, si registra la spontaneità riferita all’esperienza dell’incontro stesso. I dialoghi ritenuti dall’autore strumenti per una riflessione aperta, orientata sulla scia di ricerche condotte, inducono a rafforzare la riflessione attorno alla disciplina e dare visibilità ai nuovi interessi transdisciplinari che influenzano e determinano il progetto di architettura ed il ruolo sociale dell’architettura stessa. Obiettivo dell’autore è di prendere il passato e metterlo in prospettiva al futuro, una questione di fondo e imprescindibile su cui l’autore stesso ci trascina. La ricerca di identità tra storia e progetto, ma anche equilibrio tra tipologia e morfologia urbana, appaiono indispensabili e necessari nel quadro contemporaneo, per suggerire nuove chiavi di lettura per il progetto dei nuovi paesaggi urbani, a fronte di degrado sociale, dispersione e mancanza di identità. 

Umberto Minuta




Autore: Luciana Macaluso
Titolo: Rural-urban intersections.
Collana: Manuali di architettura
Lingua: italiano
Editore: MUP
Caratteristiche: formato 14x21,5 cm, brossura, b/n
ISBN: 9788878474840
Anno: 2016