Città e casa del futuro di Takis Zenetos. Risincronizzare la vita quotidiana

Marianna Charitonidou 


 


Questo articolo è una riflessione relativa ai modi in cui l’architettο Takis Zenetos abbia concettualizzato la reinvenzione dei rapporti tra le esigenze residenziali e quelle lavorative di home-office (ufficio domestico) all’interno delle unità abitative. Sia Zenetos che Yona Friedman si sono interessati alla reinvenzione del concetto di home-office ed ai modi in cui la progettazione architettonica ed urbana può rispondere alle nuove esigenze del lavoro a distanza.
Il loro pensiero è stato caratterizzato dall’intenzione di suggerire un approccio alla progettazione architettonica ed urbanistica in grado di incorporare i nuovi concetti di “tele-lavoro”, “tele-comunicazioni” e “tele-educazione”. Hanno immaginato un nuovo modo di pensare l’urbanistica in grado di adattarsi alle continue mutazioni della sfera sia tecnologica che sociale. Per quanto riguarda le riflessioni di Zenetos sul tema del rapporto tra urbanistica e tele-lavoro, degno di nota è lo studio “The City and the House of the Future” (1972) in cui l’autore mira a progettare sistemi flessibili sia per gli edifici che per le infrastrutture. Zenetos prende in considerazione l’accelerazione nelle mutazioni delle unità abitative nelle città del futuro. “The City and the House of the Future” si basa su una ricerca sistematica relativa allo sviluppo di applicazioni nell’era dell’elettronica. Partendo dall’analisi di articoli di giornali scientifici dell’epoca, quali Science magazine, Zenetos definisce i fenomeni futuri di tele-gestione, tele-lavoro e tele-servizi e la loro relazione con l’architettura e la pianificazione urbana. Lo stesso Zenetos, nel 1973, introduce “Town planning and electronics” con il seguente passaggio tratto da Science magazine: «…L’uso appropriato della tecnologia potrebbe essere l’unica risposta rapida ai problemi della città perché ci vorrà tempo per controllare la crescita della popolazione... Perché le persone non possono vivere ovunque desiderino ed incontrarsi elettronicamente?». Diversi dei concetti base delle sperimentazioni di Zenetos, relative alle unità abitative nella città del futuro, potrebbero essere incorporati nella definizione di progetti architettonici ed urbani finalizzati alla risposta alle pandemie.
Sia Zenetos che Friedman intendono fornire condizioni confortevoli, flessibili ed indipendenti per il lavoro da casa attraverso la progettazione di unità insediative individuali (individual living units) e l’utilizzo degli ultimi ritrovati tecnologici. Uno sguardo al loro lavoro è utile per meglio comprendere come architettura e progettazione urbana possano rispondere alla sfida di fornire le condizioni per il lavoro da casa nel contesto di una crisi pandemica, quale l’emergenza Covid-19. Il fatto che sia Zenetos che Friedman utilizzino molto spesso l’espressione “parallel city”, ci invita a riflettere sui punti comuni tra le opere: “Urbanisme électronique: structures parallèles”, di Zenetos, e “Ville spatiale”, di Friedman (1958). Zenetos presta particolare attenzione alla complessità dei bisogni fisiologici e psicologici dei cittadini in queste condizioni ed ha sottolineato come il lavoro da casa influenzi le dinamiche ed il comportamento sociali. Per questo motivo, un’analisi approfondita del suo progetto di unità abitativa adattata alle condizioni di lavoro da casa e dei suoi scritti fornisce indicazioni utili ad affrontare tali bisogni in relazione alle condizioni di lavoro da casa (fig.1, fig.2). I bisogni fisiologici dei cittadini sono oggetto di analisi anche da parte di Friedman che ne fornisce evidenza in una serie di diagrammi intitolati “Transformation of the collective psychology” che realizza nel 1961.
Takis Zenetos ha lavorato al concetto di “Electronic Urbanism” per più di un ventennio. Ha cominciato a lavorarci nel 1952 quando viveva ancora a Parigi e studiava alla Scuola di Belle arti. In seguito, nonostante abbia completato il progetto, in maniera ufficiale nel 1962, ha continuato ad ampliarlo e modificarlo fino all’anno del suo suicidio, nel 1977. Ha presentato il lavoro in varie occasioni, quali l’esibizione alla Modern House Organization, ad Atene, nel 1962, e la prima Building exhibition, di Zappeion, nel 1971. Degno di nota è il fatto che Zenetos abbia incluso in questo lavoro il suo progetto per un arredamento multi funzionale “all-purpose furniture”, che comprende il progetto della cosiddetta “posture chair”, che ricevette, nell’ottobre del ’67, una menzione d’onore al concorso “InterDesign 2000”, e per questa occasione ne fu anche prodotto un prototipo a scala reale (fig.3). Zenetos ha descritto questa sedia, concepita come parte di “Electronic Urbanism”, come un un’estensione del corpo umano e come un “agente spinale mobile del corpo per ogni uso, equipaggiato con un controllo a distanza per tele-attività ed un centro di controllo per contatti ottico-acustici, di supporto alle tele-attività «[a] mobile spinal agent of the body for every use, equipped with a remote control for tele-activities and a control center for optical-acoustic contacts, which will aid in the execution of tele-activities)». La “posture chair” di Zenetos può essere comparata al Cuschicle e al Suitaloon degli Archigram, disegnata da Michael Webb nel 1966, e con la “Bathamatic”, concepita da Warren Chalk (degli Archigram), nel 1969.
Zenetos era scettico riguardo alla visione delle unità abitative di Ludwig Mies van der Rohe e Le Corbusier ed incolpava questi ultimi di aver fallito nello stabilire strategie di progettazione architettonica ed urbana capaci di andare oltre la divisione tra condizioni interne ed esterne. Più nello specifico, Zenetos sottolinea, in Takis Ch. Zenetos, 1926-1977: «Io non ho imitato Mies van der Rohe, tanto meno Corbu che, dando allo spazio interno un’unità, ha creato un confine definitivo tra interno ed esterno, senza tuttavia linee di demarcazione chiare tra i due, creando quindi scatole attraenti (thus making handsome boxes). Il mio sforzo personale è stato (invece, ndr) integrare l’interno con l’ambiente circostante, senza linee di demarcazione definite tra i due. Per il bene sia dei residenti che dei passanti». Zenetos è stato un membro della International Association of Cybernetics ed ha partecipato a numerosi congressi sulla cibernetica, quali il First International Congress of Cybernetics di Londra, nel 1969. In parallelo è stato anche un avido lettore degli scritti di Norbert Wiener, citati speso in Urbanisme électronique: Structures parallèles. L’aspetto maggiormente interessante dell’opera “Electronic Urbanism”, di Zenetos, risiede nel fatto che costituisce non solo un contributo artistico alla sperimentazione architettonica ma è, invece, caratterizzato da una nuova visione sociale che promette di risincronizzare le pratiche della vita quotidiana, attraverso l’utilizzo di sistemi di comunicazione elettronica in grado di trasmettere dati ed informazioni. Una più attenta comprensione del tentativo di Zenetos di utilizzare sistemi di comunicazione elettronica al fine di reinventare le pratiche della vita quotidiana sarebbe molto utile nel dibattito contemporaneo in merito a come architettura e progettazione urbana possano rispondere alle crisi pandemiche.
L’interesse di Zenetos nelle “individual living units” non è solo al centro delle riflessioni sviluppate nella cornice del progetto “Urbanisme électronique: Structures parallèles” (fig. 4), ma anche al centro del suo progetto di laurea alla Scuola di belle arti di Parigi intitolato “Micropolis: unité d’habitation autonome”, che completò nel 1953, e del suo progetto intitolato “La città sospesa” (“La ville suspendue”) (1961) (fig.5), relativo alla progettazione di una città sospesa. Il fatto che le tematiche affrontate in “Electronic Urbanism” fossero già presenti nelle sue riflessioni e nelle opere del periodo di studio a Parigi, suggerisce che la scena parigina abbia svolto un ruolo importante nello sviluppo delle idee relative alle strategie di progettazione applicate al caso delle “individual living units” della città del futuro.
“Urbanisme électronique: Structures parallèles”, di Zenetos, che è costituito da unità abitative individuali, distribuite su un vasto dominio infrastrutturale, presenta molteplici affinità con vari progetti di megastrutture sospese, quali le reti urbane utopiche disegnate sopra Parigi da Yona Friedman, la Plug-in City degli Archigram e la New Babylon di Constant Nieuwenhuys. Nel quinto numero del giornale Archigram, pubblicata nel 1964 dal gruppo britannico degli Archigram, è possibile vedere nella stessa pagina, sotto l’etichetta “Within the Big Structure”, la Plug-in City degli Archigram, la New Babylon di Constant Nieuwenhuys ed uno schizzo di una megastruttura galleggiante di Zenetos. Nello stesso numero di Archigram, che era dedicato a “Metropolis”, erano inoltre contenuti disegni di architetti quali Yona Friedman, Hans Hollein, Arata Isozaki, Paul Maymont, Frei Otto, Eckhard Schelze-Fielitz, Paolo Soleri e Kenzo Tange. Sebbene questi progetti abbiano affinità con i progetti di Zenetos per la maniera in cui è concepita la loro morfologia, ne differiscono per quanto concerne la visione sociale. Più specificamente, ciò che distingue l’approccio di Zenetos da quello degli Archigram sono le sue preoccupazioni sociali, che diventano evidenti nella successiva dichiarazione: «Gli uomini desiderano ed hanno il diritto di acquistare una casa in un ambiente tranquillo, vicino alla natura, vicino al luogo di lavoro ed a vari servizi pubblici».
In conclusione, rileggendo le idee di Zenetos relative alla reinvenzione delle unità abitative al fine di rispondere alle esigenze del lavoro a distanza, si individua una prospettiva con la quale la progettazione architettonica e urbana possano rispondere in maniera efficace alle emergenze pandemiche. Zenetos afferma che «i media immateriali nella gestione delle attività aziendali e di produzione, quali la luce ed il suono, sono più rapidi ed economici, e possono rimpiazzare le attuali istallazioni, ampie e costose, offrendo al contempo il vantaggio di una flessibilità totale». Ha immaginato un nuovo modo di concepire l’urbanistica capace di adattarsi alle continue mutazioni nei domini sociali e tecnologici. Per lui “tele-operation” era strettamente connessa con i significativi cambiamenti nella sfera sociale oltre che tecnologica.


Bibliografia
ANON F. (1964) – “Within the Big Structure”, in Archigram 5, n. p.
CAMPBELL M., ed. (2012) – Imperfect Health: The Medicalization of Architecture, Canadian Centre for Architecture, Montreal.
DOUMANIS O., ed. (1987) – Takis Ch. Zenetos, 1926-1977, Athens: Architecture in Greece, Athens.
FRIEDMAN Y. (1960) – “Urbanisme spatiale”, in L’architecture d’aujourd’hui 88, xliii.
FRIEDMAN Y., M. ORAZI, N. SERAJ, eds. (2015) – Yona Friedman: The Dilution of Architecture, Park Books, Zurich.
FRUMKIN H., L. FRANK, R. J. JACKSON (2004) – Urban Sprawl and Public Health: Designing, Planning, and Building for Healthy Communities, Island Press, Washington, DC.
KALLIPOLITI L. (2014) – “Cloud Colonies: Electronic Urbanism and Takes Zenetos’ City of the Future in the 1960s”, ACSA Annual Meeting Proceedings, 678-685.
PAPALEXOPOULOS D., E. KALAFATI (2006) – Takis Zenetos. Visioni digitali, architetture costruite, Edilstampa, Rome.
COOK P. (1970) – Experimental Architecture, Universe Books, New York.
ROSE J., ed. (1970) – Progress of cybernetics: proceedings of the first International Congress of Cybernetics, London, 1969, Gordon and Breach Science Publishers, London, New York.
SCHAIK M. van, O. MÁČEL, eds. (2005) – Exit Utopia—Architectural Provocations 1956-76, Prestel, Munich.
STEINER H. A. (2008) – Beyond Archigram: The Structure of Circulation, Routledge, London, New York.
VLAHOV D. et al., eds. (2010) – Urban Health: Global Perspectives, Jossey-Bass/Wiley, San Francisco.
ZENETOS T. (1969) – Urbanisme électronique: Structures parallèles, Architecture in Greece, Athens.
ZENETOS T. (1969a) – “City Planning and Electronics”, in Architecture in Greece, 3 114-125.
ZENETOS T. (1964) – “World News, Greece: Spatial urbanism”, in Architectural Design 34, no. 5.
ZENETOS T. (1972) – “City and House of the Future”, in Economy Postman, 924, 10-12
ZENETOS T. (1973) – “Myths of Low Density Living”, in Architectural Design 43, no. 4, 247-248.
ZENETOS T. (1973a) – “City Planning and Electronics”, in Architecture in Greece, 7.
ZENETOS T. (1974) – “City Planning and Electronics”, in Architecture in Greece, 8, 122–135.