Recensioni

Architecture and Agricolture

Diventare nativi

La ridefinizione dei limiti del rapporto tra architettura e agricoltura ricopre una posizione senza dubbio rilevante tra i temi emergenti all'interno del dibattito architettonico e urbanistico contemporaneo. A dimostrazione di ciò, la tematica è stata protagonista di due importanti mostre tenutesi tra il 2019 e il 2020. La prima, dal titolo Architecture and Agriculture: Taking the Country's Side, ha avuto luogo dal 5 ottobre al 2 dicembre al Garagem Sul nell'ambito della Triennale di Architettura di Lisbona ed è stata curata da Sébastien Marot. La seconda è invece l'attesissima e molto discussa Countryside, The Future curata da Rem Koolhaas e AMO, che è stata inaugurata a febbraio 2020 al Museo Guggenheim di New York. Data la difficile situazione ambientale che il mondo sta affrontando - cambiamenti climatici, picco del petrolio, esaurimento di minerali e metalli, erosione del suolo, scarsità di acqua dolce, collasso della biodiversità ecc. - entrambe le mostre condividono la convinzione che se l'architettura deve avere un ruolo nell'affrontare tali problematiche, sarà necessario concentrarsi sulla campagna. Ma, mentre la mostra di Koolhaas si presenta come una campionatura di fenomeni su scala globale, per lo più contemporanei, che presumibilmente fornirebbero alcune delle chiavi all'enigma di un futuro che abbandona le città per preparare nuove mutazioni altrove, la mostra di Marot, in una chiave quasi didattica, raccoglie delle idee che permettono di apprezzare la logica e la dinamica delle trasformazioni messe in atto dal rapporto tra agricoltura e architettura. Taking the Country's Side. Architecture and Agriculture, è uno dei cinque volumi che fa parte della serie di libri per la quinta edizione della Triennale di Architettura di Lisbona. È una sorta di diario di viaggio che raccoglie le esperienze della mostra esplorando il complesso rapporto tra architettura e agricoltura. La prima parte del titolo è un invito ed un incentivo per gli architetti, e non solo, a schierarsi efficacemente dalla parte della Campagna, a diventare nativi ed imparare da coloro che si sono impegnati a costruire e gestire il Mundus come le note personalità nei campi dell'ambientalismo, dell'ecologia sociale, della permacultura, dell'agroecologia e del bioregionalismo, ampiamente richiamate nel libro. L'autore è particolarmente attento nel ricordare quanto la storia della città è intimamente legata a quella dei territori produttivi; è una coevoluzione avvenuta durante la rivoluzione neolitica o prima rivoluzione agricola. Marot, come tanti altri peraltro, assume che Agricoltura e Architettura sono due pratiche e discipline gemelle, la cui scissione avviene soprattutto con l'esodo rurale provocato dalla rivoluzione industriale, solo due secoli fa. Pertanto l'idea è di ripercorrere le loro storie parallele in modo da fornire i mezzi per esaminare possibili scenari futuri dati da tale rapporto. La strategia progettuale proposta all'interno del volume è la progettazione di ecosistemi agricoli autosufficienti attorno alle abitazioni umane, un territorio vitale, in una sola parola, la permacultura. L'autore deriva il concetto di permacultura dagli studi condotti da David Holmgren e Bill Mollison negli anni '70. Tale pratica viene vista dall'autore, forse un pò troppo ottimisticamente, come una soluzione definitiva che potrebbe ispirare profondamente l'architettura e la progettazione del paesaggio, dirigendole verso una nuova e necessaria "poetica della ragione", che non a caso è il titolo generale della Triennale di Lisbona. Il libro è suddiviso in sette sezioni che permettono al lettore di acquisire un background generale sui pensieri, i momenti e le figure da tenere a mente quando si considera il legame tra agricoltura e architettura e la loro evoluzione. L'ultima parte del testo, Urbi et orbi, è dedicata alla presentazione di quattro scenari opposti nel rapporto città campagna (Incorporazione, Negoziazione, Infiltrazione, e Secessione) che potrebbero svilupparsi nel prossimo futuro. L'atteggiamento del testo vuole essere partecipativo, invitando il lettore a riflettere e decidere quale di questi potrebbe sostenere attivamente. La posizione dell'autore rispetto alle quattro proposte non è però certamente neutra, poichè sembra sostenere la prospettiva più radicale, ossia quella della Secessione. In tale visione viene ampiamente messa in discussione l'attuale egemonia delle metropoli e della capacità dell'urbanistica di organizzare territori resilienti; tenta dunque di svincolarsi dalla città per sviluppare luoghi di comunità disperse e autosufficienti. Trattandosi del volume di una mostra, l'apparato iconografico è molto ricco, ma le immagini sono in buona parte conosciute mentre il materiale inedito è abbastanza ridotto. I disegni finali dei quattro scenari futuri, realizzate con matita blu e colorate solo in verde, sono stati commissionati al fumettista francese Martin Étienne. Le sue rappresentazioni vogliono essere un riferimento ai disegni di Clifford Harper realizzati per il libro Radical Technology del 1976, in cui raffigurava sei siti di lavoro, proponendo un nuovo rapporto tra le persone, i rifiuti e il consumo di energia. Attraverso la lettura del libro ci si rende conto, con sconforto, fino a che punto il caos ambientale in cui ci troviamo oggi è stato documentato e previsto quasi 50 anni fa; la difficile situazione ambientale che il mondo sta affrontando sfida seriamente ad un nuovo modo di pensare a come gestire le risorse e a come abitare ed organizzare i territori. Rispetto alla mostra di Koolhaas, che sembra comunque mantenere una certa continuità con il tecnologismo cinico che lo caratterizza, Marot assume un atteggiamento diverso, quasi ideologico, che mette a fuoco le carenze che continuano a rimanere irrisolte nella disciplina architettonica. Taking the Country's Side. Architecture and Agriculture in questo senso si propone come un libro che sicuramente vuole provocare una riflessione, sia retrospettiva che prospettica, e che, come un vero e proprio strumento educativo, permette di imparare da agronomi, attivisti e progettisti che hanno riflettuto sull'ipotesi di calo energetico oltre che sulla ricomposizione e sostenibilità dei territori.


Floriana Eterno





Autore: Sébastien Marot
Titolo: Taking the Country's Side. Architecture and Agriculture
Lingua: inglese
Editore: Polígrafa, Barcellona
Caratteristiche: formato 21,2x13 cm, 215 pagine, brossura, colori
ISBN: 9788434313897
Anno: 2019