Recensioni
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Un modo giusto di guardare alle cose |
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Dal 2016 Alberto Bologna tiene monitorata la situazione su un gruppo di nuovi edifici costruiti in Cina negli ultimi 20 anni, attraverso i due principali social network Instagram e Facebook. A partire dal fascino suscitato dalle immagini che rintraccia in rete, l’autore costruisce un racconto organico, approfondito, e originale in “Chinese Brutalism today”, edito da ORO Editions nel 2019. L’indice del testo chiarisce da subito l’approccio adottato da Bologna. L’autore abbassa i toni nei confronti dei singoli studi, “atelier” di architettura, e preferisce invece valorizzare le singole realizzazioni mettendo in luce l’aspetto più originale dei progetti cinesi che poco si coglie navigando in rete, ossia l’aspetto materico. La fase di realizzazione, il cantiere, sono per Bologna l’aspetto più interessante dell’architettura cinese perché nell’esecuzione materiale si può rintracciare la vera originalità dei singoli progetti. L’abilità delle maestranze cinesi è stata quella di adattare il Béton Brut, il cemento a vista, una tecnica costruttiva nata e sviluppata in occidente, al mondo orientale. Il testo di Alberto Bologna propone una collezione di disegni, render e fotografie - spesso realizzate sul campo dall’autore stesso - che servono a costruire un inventario di dettagli e finiture uniche, che sarebbero impossibili da vedere, o comunque difficilmente interpretabili dalle fotografie in rete. Il libro di Alberto Bologna mostra a tutti i suoi lettori che esiste un modo positivo di usare la rete per studiare e analizzare l’architettura. Internet e le piattaforme correlate, prime su tutte in questo momento Facebook e Instagram, rappresentano una delle forme più ampie di conoscenza delle cose. Coloro che studiano e progettano architetture possono tenere continuamente traccia dei cambiamenti di un edificio, dal progetto al cantiere, dalla realizzazione all’usura, dall’inaugurazione al cambio di destinazione d’uso. A titolo puramente esemplificativo sarà necessario aprire l’app Instagram su uno smartphone, cercare “Long Museum” dell’Atelier Deshaus (edificio a cui Bologna dedica anche una parte nel suo testo) nella sezione “luoghi”, e “scrollare” sulle immagini per vedere l’edificio com’è cambiato nel tempo, quali eventi si stanno svolgendo al suo interno, in che modo cambia la luce nelle varie stagioni o come il materiale si stia usurando. Il testo di Bologna lascia aperte moltissime strade verso la conoscenza dell’architettura cinese contemporanea, anzi motiva a osservare, studiare, analizzare i singoli progetti anche attraverso la rete. L’architettura brutalista cinese è
un fenomeno ancora in pieno svolgimento, molti cantieri devono ancora
partire, e molti nuovi studi stanno adottando il cemento armato a vista
come tecnologia costruttiva, e forse solamene monitorando questo
fenomeno attraverso la rete sarà possibile vederne i
risultati in tempo reale. La differenza rispetto al passato
è che oggi aprendo uno smartphone possiamo vedere come
un’architettura nasce, cresce e si trasforma in tempo reale,
e per estensione come un fenomeno come l’architettura
brutalista cinese si sta evolvendo. Alberto Bologna pare suggerire un nuovo approccio alla
ricerca e allo studio. I siti internet, i due social network
più importanti del momento, Instagram, Facebook, e le
piattaforme Pinterest e Flickr, assumono oggi non solo la funzione di
archivio dove rintracciare riferimenti progettuali, ma servono come
nuove fonti di conoscenza e riflessione complementare a quelle
tradizionali. Marco Marino |
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Autore: Alberto Bologna |
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