Recensioni

Malacarne

Le architetture di Gino Malacarne
Due mostre e due libri

Se il disegno è il linguaggio dell’architettura, le architetture di Gino Malacarne sono sicuramente eloquenti. Le prospettive colorate, le assonometrie e i modelli rendono conto di un’architettura in cui l’espressione figurale ha l’ultima parola sull’impianto tipologico: le sue architetture hanno tutte una facciata, un davanti ben distinto dal di dietro, con le quali si pongono in relazione col mondo (le “architetture ritrovate” ci mettono la faccia e si radunano, impettite da un coraggio gentile, sulla scena urbana). Così, se da un lato emerge la capacità tecnica, il saper-fare che tiene uniti organicamente l’impronta del tipo con l’apparire di un linguaggio, dall’altro tale energia costruttiva e decorativa riesce a dar vita all’incanto di un’atmosfera. Il tipo di atmosfera cambia col tempo, le contingenze e forse l’umore del progettista in questa lunga carrellata di opere che vanno dal 1983 al 2021. Le mie preferite sono: il “progetto per 24 alloggi di edilizia popolare a Spinea” (1987), per quel cortile circondato da ballatoi-palchi dai quali è facile immaginarsi la più disparata umanità affacciarsi nell’attesa di o per assistere ad un evento che vorremmo tutti fosse una festa; il “progetto per il Werthafen di Duisburg” (1991), dove quei quattro bravi si stagliano, ben allineati lungo l’arco teso di un basamento, su una sottile lingua di terra ai margini della città. Nei disegni notturni di Gino le torri gradonate diventano guardiani e la signora apre la finestra meravigliata dai bagliori di un crepuscolo o dalle prime luci dell’alba? Il terzo è il “progetto per Punta Perotti a Bari” (2006), dove l’atmosfera è assolutamente esotica. Si potrebbe parlare della composizione ordinata con cui si succedono gli spazi delle corti, ma a prevalere è il fascino di un’atmosfera che ci rimanda alle coste del Mediterraneo e più in là ancora, lungo la strada mercantile di un’antica città orientale dove all’improvviso affiora, dall’orizzonte piatto, la cupola di un’architettura sacra. Un capitolo a parte meritano i grandi progetti urbani come il “progetto per Berlino Königsstadt” (1995), il “progetto di riqualificazione urbana per il Villaggio Artigiano e il Quartiere Madonnina a Modena” (2005), il “progetto per Piazzala Stanga e Via Venezia a Padova” (2014) o il progetto per il porto di Bari (2021). Per tutti vale il presupposto di un realismo per cui risulti velleitario pensare di poter ricostruire intere parti di città. Le contraddizioni e le aporie formali della città contemporanea vengono affrontate per frammenti, insufflando nell’organismo urbano quelle architetture in grado di riattivarne le relazioni interne e renderne riconoscibile il paesaggio, stabilendo una gerarchia tra le parti. Si tratta di figure il cui lavoro avviene per prossimità (come nel completamento dei grandi isolati urbani) o “a distanza” (sulla scorta delle interrelazioni topologiche che le torri sono in grado di intessere con gli altri fatti monumentali). Per tale via, con una sintesi fortunata, vengono ricostruite la continuità e l’organicità dello spazio urbano, dove i vuoti tra le parti, i pezzi, i frammenti, o più semplicemente, le architetture sono solo necessari a riconsegnare alla città italiana ed europea quella qualità formale ed espressiva, affinché – come sosteneva Johann Herder – la cittadinanza continui ad essere il linguaggio stesso della propria città. I progetti di cui abbiamo parlato e molti altri, i bei disegni colorati, i modelli, gli schizzi di architettura di Gino Malacarne sono stati oggetto di due mostre, una, ideata e promossa dall’associazione culturale Di Architettura insieme con il Comune di Padova, ha avuto luogo al Palazzo della Gran Guardia tra il 17 ed il 30 settembre 2022, l’altra, dal titolo “Gino Malacarne. Paesaggi urbani”, nell’Ambulacro della Biblioteca di Palazzo Gravina a Napoli tra il 13 febbraio ed il 5 marzo 2023. Ad entrambe ha fatto seguito un catalogo.


Lamberto Amistadi



Scheda libro 1
A cura di: Francesco Lucchi, Cinzia Simioni, Alessandro Tognon
Titolo: Gino Malacarne. Architetture
Lingua del testo: Italiano
Editore: Il Poligrafo
Caratteristiche: formato 21x21 cm, 112 pagine, brossura, colore
ISBN: 978-88-9387-223-2
Anno: 2022


Scheda libro 2
A cura di: Renato Capozzi, Camillo Orfeo, Federica Visconti
Titolo: Gino Malacarne. Paesaggi urbani
Lingua del testo: Italiano
Editore: Clean edizioni
Caratteristiche: formato 17x17 cm, 104 pagine, brossura, colore
ISBN: 978-88-8497-863-9
Anno: 2023