N. 48/49 (2019): Luigi Vietti e il professionismo italiano 1928-1998. Prime indagini
Articoli

Luigi Vietti. L’invenzione della tradizione

Giorgia Sala
Politecnico di Milano
FAM FAMagazine 48-49

Pubblicato 2019-11-11

Parole chiave

  • Luigi Vietti,
  • CSAC,
  • Architettura spontanea,
  • Tradizione

Come citare

Sala, G. (2019). Luigi Vietti. L’invenzione della tradizione. FAMagazine. Ricerche E Progetti sull’architettura E La Città, (48/49), 48–58. https://doi.org/10.12838/fam/issn2039-0491/n48/49-2019/285

Abstract

Fin dagli anni universitari presso la Scuola di Architettura di Roma, Luigi Vietti (1903-1998) è interessato alle architetture della tradizione costruttiva minore. In alcuni suoi contributi critici, redatti nella prima metà degli anni trenta, riflette su aspetti pratici, architettonici ma soprattutto formali delle architetture spontanee. Questi temi sono anche approfonditi in determinate occasioni progettuali, soprattutto nei decenni successivi. Vietti affina progressivamente una sua personale interpretazione di queste architetture, di cui fa propri numerosi dettagli e particolari che riscopre come elementi estetici e stilistici da introdurre nei suoi progetti per conferire a questi un carattere rustico e spontaneo. In questo modo Vietti interpreta l’ambientamento in un contesto naturale che il più delle volte è incontaminato. Vietti rielabora questi elementi di dettaglio in modo sempre più libero e svincolato dall’originaria funzione, ma anche dal legame che questi hanno con un determinato luogo, tanto che finisce con l’inventare gli elementi tradizionali che intende rievocare.

Riferimenti bibliografici

  1. Piacentini M. (1922) - Influssi d’arte italiana nel Nord-America, in “Architettura e arti decorative”, a. I, fasc. VI, marzo-aprile, pp. 536, 537.
  2. Vietti L. (1932) - Nuove costruzioni ad Ascona, Lago Maggiore, in “Architettura: rivista nazionale del sindacato fascista architetti”, fasc. III, marzo, pp. 117-126.
  3. Albini F. (1933) - La stamberga dei 12 sciatori-Architetto Luigi Vietti, in “Edilizia moderna”, 10-11, agosto-dicembre, p. 47.
  4. Pagano G., Daniel G. (1936) - Architettura rurale italiana, Milano.
  5. (1937) - Una invidiabile casetta in montagna, in “Domus”, 109, gennaio, p. 10.
  6. Pagani C. (1941) - Stile di Vietti: una esemplare casa di montagna, in “Stile”, 9, settembre, pp. 14-20.
  7. A. d. A. [Agnoldomenico Pica] (1950) - Appartamento per una bimba in montagna, in “Spazio”, 1, luglio, p. 57.
  8. Mo. [Luigi Moretti] (1950) - Dimora nuova in una casa antica, in “Spazio”, 2, agosto, pp. 62-68.
  9. Cereghini M. (1950) - Costruire in montagna, Milano.
  10. Cereghini M. (1951) - La 1° Mostra di architettura alpina a Cortina d’Ampezzo, in “Prospettive”, 1, pp. 67-75.
  11. Cereghini M. (1954) - L’architettura in montagna e la difesa del paesaggio, in “Atti e rassegna tecnica della società degli ingegneri e degli architetti in Torino”, 4, aprile, pp. 145-150.
  12. Mollino C. (1954) - Tabù e tradizione nella costruzione montana, in “Atti e rassegna tecnica della società degli ingegneri e degli architetti in Torino”, 4, aprile, pp. 151-154.
  13. Siberia A. [Indro Montanelli] (1955) - Siamo tutti portogalli, in “Il Borghese”, 34, venerdì 26 agosto, pp. 294-296.
  14. De Rossi A. (2016) - La costruzione delle Alpi. Il Novecento e il modernismo alpino (1917-2017), Roma.