
Forme del rito, forme dell'architettura. Se in un bosco troviamo un tumulo...
Abstract
Attraverso la lettura e l'analisi, a posteriori, dei progetti dello Studio Monestiroli per il Cimitero Maggiore di Voghera e il Cimitero sull’isola di San Michele a Venezia, il testo individua in alcuni specifici elementi, che costruiscono il luogo dei morti, le ragioni di senso e di forma per la messa in figura dello spazio sepolcrale. Dal confronto delle due opere ne scaturisce altresì una profonda interrogazione sugli elementi architettonici permanenti che concorrono alla rappresentazione del culto dei morti.
La volontà di dare la forma più appropriata alla costruzione della sepoltura è l’elemento necessario al suo riconoscimento e di conseguenza al sentimento trasmesso. Misura, forma, e costruzione, nella loro adeguatezza proporzionale e geometrica, unite alla corrispondenza con il luogo, consentono il riconoscimento della costruzione, attribuendogli un valore sacrale che suscita un sentimento di rispetto in chi ci si imbatte. Questa è la forza dell’architettura e la responsabilità dell’architetto sta proprio nella messa in opera del riconoscimento delle sue forme.
Parole chiave
Riferimenti bibliografici
LOOS A. (1972) – “Architettura”. In: Id., Parole nel vuoto, Adelphi edizioni, Milano.
SEMERANI L. (2004) – “Il tema della pace”. In: Ferrari M. (a cura di), Il cimitero maggiore di Voghera. Federico Motta Editore, Milano.
DOI: http://dx.doi.org/10.12838/fam/issn2039-0491/n57/58-2021/894
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