N. 45/46 (2018): Architettura e narrazione. L'architetto come Storyteller?
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Architettura, narrazione e l'arte di vivere

Kostas Tsiambaos
National Technical University of Athens
Biografia
Cover Storyteller

Pubblicato 2019-01-02

Parole chiave

  • Narrazione,
  • Arte di vivere,

Come citare

Tsiambaos, K. (2019). Architettura, narrazione e l’arte di vivere. FAMagazine. Ricerche E Progetti sull’architettura E La Città, (45/46), 154–166. https://doi.org/10.12838/fam/issn2039-0491/n45/46-2018/201

Abstract

Questo articolo trae spunto dall'idea della filosofia come "arte di vivere" - sostenuta dal filosofo Alexander Nehamas nel suo libro The Art of Living – con lo scopo di evidenziare una connessione nascosta tra l'architettura come pratica creativa e la narrazione del sé .

Le caratteristiche di una grande architettura possono essere ricondotte a standard e valori "universali"? O invece concetti come "originalità", "autenticità" e "unicità" devono essere considerati come legati a un contesto e determinati a posteriori, rilevanti solo in relazione al racconto di un percorso creativo personale?

Attraverso una breve storia immaginaria - basata su eventi storici reali - sosterrò che il valore e l'impatto di una creazione architettonica non possono essere sempre definiti intrinsecamente, ma di solito sono direttamente correlati a ciò che viene chiamato "la costruzione del sé". Ciò che intendo dire nella mia storia è che non esiste nessuna "formula" da seguire per la grande architettura, proprio perché ogni creazione architettonica esemplare è sempre costruita sull'impalcatura di una vita esemplare. Esemplare non in senso morale, ma nel senso estetico di una narrazione legata all'arte del vivere.

Allo stesso modo, se ogni influente opera architettonica si basa su una biografia personale, allora il potenziale creativo dell'architettura non può che essere intrecciato con la questione di una narrazione del sé incentrata sull'auto-costruzione dell'architetto come persona.

Allo stesso tempo, la narrazione è spesso usata come mezzo per trascendere le basi e i limiti oggettivi della creazione architettonica e stabilire una distinzione sociale; una distinzione (nell’accezione di Bourdieu) tra gli architetti e l'Architetto. Da Le Corbusier e Louis Kahn a Rem Koolhaas e Bjarke Ingels i diversi sforzi per narrare una biografia singolare non sono altro che tecniche retoriche usate nel quadro di una strategia di persuasione. La morale di tutte queste narrative è che la persona conta davvero più del progetto. In altre parole, il valore, l'impatto e l’autorevolezza dell'architettura sono legati alla creazione dell'architetto come persona tanto quanto - se non più - della stessa creazione architettonica.

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