Loi

Gardella/la biblioteca dell'architetto

Maria Cristina Loi



12.000 volumi tra saggi, antichi trattati, manuali dell’architetto e dell’ingegnere, dispense universitarie, riviste di settore, opere di narrativa. Una biblioteca grande e articolata, sempre in continuo aggiornamento, composta da un’ampia gamma di titoli che abbracciano diversi generi e discipline.
Questo, in grandi linee, il patrimonio che costituisce l’importante e imponente biblioteca di Ignazio Gardella. Una grande biblioteca che era andata costituendosi nel tempo e il cui nucleo originario va fatto risalire all’Ottocento, alle acquisizioni della famiglia. Come è notissimo Ignazio Gardella discende da una dinastia di architetti e ingegneri – ricordiamo, in successione, il bisnonno Ignazio senior (1803-1867), ingegnere architetto civile e idraulico, il nonno Jacopo (1845-1923), architetto, il padre Arnaldo (1873-1928), ingegnere civile – e fin da giovanissimo entrò in stretto contatto con il mondo dell’arte, dell’architettura, della costruzione, anche attraverso i libri.
È lo stesso Gardella a ricordare quando, molto prima di intraprendere gli studi universitari, si esercitava nel disegno degli ordini architettonici, nella copia delle tavole dei trattati di architettura.
«Avevamo una collezione di libri di architettura abbastanza belli e all’età di otto-nove anni ho cominciato a guardarli … Mio padre voleva farmi entrare nella testa l’architettura, mi faceva disegnare le colonne, i capitelli, le modanature copiandole dai libri, non certo con mio grande piacere allora. Penso comunque che sia stato un esercizio utile…»
(Monestiroli, 1997, pp. 6-7).
Di questo esercizio che, da giovanissimo, dovette risultargli noioso, capì pienamente l’importanza in età adulta. Perché questa conoscenza profonda degli elementi architettonici, delle loro regole intrinseche, del disegno e del farsi delle forme, è stata sempre un’importante caratteristica del suo lavoro, uno dei fili conduttori della sua attività di architetto.
La parte più consistente della biblioteca è conservata dalla famiglia, mentre solo una selezione di libri e riviste è confluita nella collezione del CSAC, dove è custodito l’archivio dei disegni di Ignazio Gardella.  
L’intento di questo studio è di redigere un catalogo ragionato e tematico di questo importante patrimonio, ricostruendo laddove possibile la sequenza delle acquisizioni e individuando le principali voci, calcolando la consistenza argomento per argomento. Elementi, questi, che potranno contribuire ad evidenziare le principali fonti di ispirazione nell’attività progettuale di Gardella, nonché a comprenderne più a fondo il metodo di lavoro.
La ricerca non si propone di costruire meccanicamente riferimenti diretti tra le fonti e i progetti, ma di contribuire ad arricchire le conoscenze sulla sua opera in senso più ampio, per comprendere il metodo di progettazione, lo svolgersi del processo creativo e la modalità di utilizzo delle fonti, antiche, moderne e contemporanee.
Non troveremo, nell’ampio, articolato e complesso catalogo delle opere di Ignazio Gardella, realizzate o meno, nessuna acritica ripetizione di quanto appreso dalle pagine stampate, quanto piuttosto la applicazione di certi principi, la rivisitazione in chiave moderna di singoli elementi architettonici, un sapiente uso dei materiali da costruzione, una grande perizia nell’ideare il congegno spazio-strutturale dell’edificio. Elementi riconducibili a una ampia gamma di esempi, tratti dalle architetture di ogni tempo ma sempre reinterpretati in chiave moderna e messi al servizio di un modo di progettare sempre aggiornato e originale.
La ricerca contribuirà non solo ad approfondire le conoscenze sui rapporti dei Gardella con altre figure centrali di architetti e ingegneri, ricostruendo, laddove possibile, il processo di acquisizione dei libri. Ma, più in generale, ad avviare una serie di riflessioni sui primi anni della sua formazione, fortemente influenzata dalla tradizione familiare.  
Di notevole importanza in questo senso è la sezione di libri antichi, alcune centinaia di titoli tra cui molti trattati di architettura e ingegneria (fonte : catalogo dell’Archivio Privato Gardella, aggiornato al luglio 2017).
La ricerca è stata avviata dallo studio di questa sezione. La collezione è di enorme interesse. Ne sono parte le opere dei principali trattatisti, da Vitruvio all’Alberti, da Palladio a Vignola, da Milizia a Durand, in edizioni importanti, italiane e straniere. Oltre al trattato di Vitruvio (Daniele Barbaro 1584, Claude Perrault 1684, Bernardo Galiani 1758 e 1790), si contano numerose edizioni, per lo più sette-ottocentesche, degli scritti dei grandi trattatisti del Rinascimento. I Quattro Libri dell’Architettura di Andrea Palladio, sono presenti nelle edizioni del 1642, 1711, 1828-30. Le Terme di Palladio di Ottavio Bertotti Scamozzi, in quella in italiano e in francese del 1786. Della Regola degli Ordini del Vignola, tra le varie edizioni settecentesche e ottocentesche ricordiamo la versione di Carlo Amati, del 1805. Nella collezione troviamo anche Le vite di Giorgio Vasari,1767-72 e i Principi di Architettura Civile di Francesco Milizia, Opere varie e Raccolte di G.B. Piranesi, le Opere 1830-1834 di J.J. Winckelman.
Nella libreria sono presenti numerosi trattati di ingegneria. Ma anche raccolte di disegni e incisioni di edifici classici, o album di carte topografiche.
Crediamo che la ricerca e lo studio sistematico dell’ampio ed eterogeneo catalogo di questa biblioteca, potrà contribuire ad arricchire le conoscenze sulla figura di Ignazio Gardella e sul tempo in cui operò.




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